Alluvione Emilia Romagna. La situazione sta destando molte preoccupazioni in tutto il Paese; molti sono gli interventi di persone provenienti anche da altre parti d’Italia, è il caso del Dott. Nicola Pede, impiegato tecnico e coordinatore del Consorzio di Bonifica Navarolo, tra coloro che prestano aiuto nel ravennate.
“Nicola Pede, con il vostro Consorzio di Bonifica avete messo in campo un’azione che ha deviato i fiumi in piena in modo da fargli evitare l’impatto su Ravenna. Puoi spiegarci meglio l’operazione e quanti uomini avete impiegato? Questa situazione che è successa in Emilia Romagna poteva essere evitata o trattasi di una vera è propria calamità naturale alla stregua di un’eruzione o di un terremoto fuori dall’ordinaria amministrazione?
– Allora, in pratica è successo questo: il nostro consorzio si chiama Navarolo, è di Casal Maggiore (Cremona). Parto dall’ultima domanda: no, non si poteva evitare. Perché quest’acqua che stanno cercando di gestire non è acqua piovuta sul loro territorio, ma si sono rotti diversi argini di fiumi e quindi è arrivata una valanga d’acqua inaspettata. Le strutture che avevano sono inadeguate per ricevere tutta quest’acqua. È stato chiesto aiuto ai consorzi e tutti quelli che potevano aiutarli. I consorzi hanno mandato uomini e mezzi. I mezzi non sono altro che pompe idrovore, che non fanno altro che “ciucciare” acqua da una parte e buttarla da un’altra.
“È vero che il corso dell’acqua all’interno dei canali si sta deviando? Se sì, in che modo?”
– Sì, è vero. In che modo? Con le motopompe si solleva l’acqua dai canali in difficoltà per farla defluire verso i canali che sono più scarichi. Immagina un’autostrada congestionata, con i vigili che cercano di far uscire le macchine ai diversi svincoli per farli arrivare a destinazione da posti diversi; qui la destinazione è il mare, perché è lo scarico.
“E voi Consorzio Navarolo che strategie avete adoperato per far fronte all’emergenza in Emilia-Romagna?”
– Noi del Navarolo abbiamo mandato quattro macchine, quattro pompe e quattro uomini. Le abbiamo messe in campo, le spostiamo, le montiamo e rimontiamo dove c’è necessità. In più, siccome ci sono io che sono un tecnico, insieme ad un altro collega, cerchiamo di fare anche dei sopralluoghi offrendo soluzioni laddove si presentassero problemi. Forniamo inoltre assistenza su come impiegare tutte le pompe che stanno arrivando dai vari consorzi. Adesso, per esempio…sono appena tornato da una centrale dell’Enel allagata; c’è il rischio che potrebbe saltare tutto. Anche alla Snam ci sono problemi con le forniture di gas a causa dell’allagamento. Bisogna svuotare queste aree nel più breve tempo possibile con i mezzi che abbiamo a nostra disposizione.
“È stato un evento del tutto inaspettato, quindi. In che modo si possono attutire i danni, secondo te?”
– Sì, esatto. È stato un evento inaspettato che, ripeto, non si poteva evitare assolutamente. È come un terremoto. È una sciagura e solo mettendo insieme le forze si può risolvere e diminuire il danno.