Con l’AiC (associazione italiana calciatori) che fa la parte dello struzzo sotto la sabbia, è al momento difficile capire quando gli stipendi verranno tagliati. Con l’emergenza coronavirus, per quanto al momento in calo, ancora presente è necessario prendere provvedimenti per evitare la bancarotta. Il presidente Aurelio de Laurentiis ha deciso di mettere in cassa integrazioni i trenta dipendenti del Calcio Napoli per due mesi. Inoltre il patron del Napoli ha anche ordinato di sospendere e l’attività di smart working.
Il club dovrebbe così risparmiare circa due milioni di euro. Inoltre, nonostante il taglio degli stipendi non sia ancora ufficiale, la società ha già deciso di spendere la mensilità di Marzo. Inoltre persiste uno stallo da cinque mesi in casa partenopea. Quello provocato dalle multe (oltre 2 milioni complessivi) dopo il famoso ammutinamento del 5 novembre scorso. Il presidente preferisce attendere e i giocatori sono attenti a non commettere passi falsi (non a caso nessuno ha pensato di lasciare la sede come diversi colleghi di altri club), per capire come e quando la vicenda potrà chiudersi. Non è facile prevedere tempi lunghi.
Onestamente ci si aspettava una prova di umanità da parte dei calciatori, che a Napoli sono delle vere e proprie star. Se Lorenzo Insigne ha donato circa duecentomila euro al comune per aiutarlo a sostenere le spese per il sostentamento delle persone indigenti. O Callejon e Koulibaly che hanno donato circa un milione alla sanità. Ma, a parte quest’iniziativa personale, non né sono seguite altre.
Si rimane comunque in attesa e nella speranza che Tommasi e compagnia rinsaviscano e capiscano che il pericolo non è che i calciatori perdano lo stipendio ma sono i dipendenti delle società, come magazzinieri e affini.