Benevento, e ora?


Retrocessione (già) scritta

Siamo solo agli inizi di Dicembre ma il Benevento, con la sconfitta di domenica scorsa con la Spal, può almeno virtualmente dire già addio alla massima serie. Troppi i 13 punti di distacco dall’ultima posizione utile per la permanenza in serie A, troppi soprattutto per una squadra che al di là dei limiti tecnici, mostra gara dopo gara un atteggiamento davvero arrendevole e poco combattivo, a tratti anche disinteressato.

De Zerbi la mossa giusta?

De Zerbi in conferenza ammette di non essere riuscito a plasmare un gruppo che di gruppo, per sua stessa ammissione ha ben poco, ma allora siamo sicuri che il problema fosse Baroni?

A questo punto appare anche superfluo parlare di un cambio pressochè inutile (lo dicono i risultati), Mister Baroni aveva quantomeno dato un’identità alla squadra e aveva dalla sua infiniti alibi. Sicuramente le partite più positive sono sotto la sua gestione (Sampdoria,Bologna e Torino), ha le colpe di non riuscire a riprendere la squadra dopo le sonore sconfitte di Napoli e Roma. Purtroppo ha pagato il suo essere poco mediatico in un calcio che preferisce conferenze stampa “spettacolari” ad allenatori seri che lavorano esclusivamente sul campo.

Vigorito

Il presidente Vigorito sembra ormai l’unico ancora a crederci promettendo un mercato chirurgico per raggiungere il miracolo sportivo  (su questo argomento torneremo nel paragrafo seguente).

Il presidente giallorosso sembra davvero l’unica vittima di questa situazione, il suo l’ha dato sempre spendendo quantità abnormi di denaro nel mercato estivo, ma una colpa ce l’ha: come si può affidare un mercato di serie A ad un direttore inesperto e soprattutto completamente assente dai meccanismi della massima serie? Per carità Di Somma (poi sollevato insieme a Baroni) ha avuto i suoi straordinari meriti nella fantastica cavalcata dalla terza serie alla Serie A, ma bisognava avere il coraggio di cambiare sin da subito e affidarsi a ben altri profili (Marino tra tutti). Altro demerito del presidente, ma dettato soprattutto dalla paura di non avere una squadra all’altezza, è stato quello di ingaggiare per sua iniziativa nell’ultimo giorno di mercato profili come Lazaar, Parigini, Iemmello, Antei, Lombardi ecc che seppur promettendo tanto si sono rivelati davvero poco attaccati alla causa giallorossa.

Adesso cosa fare?

Come detto nel paragrafo precedente, il presidente Vigorito non si tirerà certamente indietro nel mercato di Gennaio e invita tutti a crederci ancora. Ma che tipo di mercato fare a questo punto?

Innanzitutto il primo passo sarebbe quello di mettere fuori rosa, cedere o rispedire al mittente tutti quei giocatori che ormai presentano poca voglia o probabilmente mai ne hanno avuta di dare una mano alla causa giallorossa: vedi Lazaar (peccato, poteva dare davvero tanto), Parigini, Ciciretti (in dirittura d’arrivo il suo passaggio al Napoli, ma da tempo con la testa altrove), ma anche i vari Iemmello e Antei (il primo mai a disposizione, il secondo sfortunatamente infortunato fino a fine stagione). Capitolo diverso per Di Chiara e Costa (che resteranno sicuramente parte integrante del gruppo a causa dei rispettivi contratti pluriennali)

Con un gruppo compatto formato soprattutto da giocatori che hanno contribuito al salto di categoria, bisognerebbe operare non solo in ottica presente, ma anche in base ad un eventuale prossimo campionato. Ormai preso Gulhierme (andrà con ogni probabilità a sostituire Ciciretti ) e ad un passo dalla firma De Ceglie Il Benevento dovrà cercare come detto di prendere giocatori con motivazioni e non a caccia dell’ultimo contratto, disposti anche a scendere di categoria per poi lottare per tornarci sin da subito. Inutile fare nomi, ma sono tanti i ruoli scoperti e Vigorito e i suoi intermediari di mercato (non avendo un direttore sportivo) avranno un bel da farsi, nella speranza di un miracolo o quantomeno di ripartire fin da subito nella prossima stagione per l’immediato ritorno nella massima serie (obiettivo già dichiarato dal presidente giallorosso).

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