Lo scontro infuocato tra l’ex premier e il garante del movimento crea le condizioni per una divisione dei 5 stelle, che però potrebbe portare ad un chiarimento della situazione politica interna ed esterna alla formazione politica fondata da Grillo e Casaleggio.
I gruppi parlamentari sembrano schierati con numeri consistenti a favore di Conte al Senato, ma son invece molto equilibrati alla Camera, dove potrebbero aggiungersi a favore di Grillo anche alcuni fuoriusciti del movimento. Nel parlamento europeo i deputati rimasti nel movimento hanno fatto un appello per cercare ancora un’unità, che però appare sempre di più un obiettivo difficile se non proprio impossibile.
Conte/Grillo, Di Maio potrebbe avere un ruolo importante nella disputa
Nessuna posizione ufficiale si registra invece da parte dei sindaci, degli amministratori locali e regionali del movimento, che evidentemente intendono aspettare gli sviluppi dello scontro, per non prendere posizione in questo momento e non scontentare nessuno dei contendenti.
Il ministro della giustizia Di Maio invece potrebbe avere un ruolo importante nella disputa perché starebbe per incontrare Conte e poi dovrebbe farlo con Grillo, cercando l’impresa di ricucire il clamoroso strappo e guadagnare così sul campo la palma di leader, dopo essere stato in passato già designato ufficialmente come capo del movimento.
Le varie fasi della battaglia con le tante parole grosse che sono volate tra Grillo e Conte, che non sto qui a ripetere perché facilmente ritrovabili su tutti i media, sono state osservate dalle altre forze politiche, con soddisfazione evidente da parte delle forze del centro destra e invece preoccupazione latente da parte di quelle del centro sinistra. In particolare il PD di Letta ha investito molto sull’alleanza con i 5 stelle e il ruolo di Conte fondamentale a spostare il movimento verso posizioni meno oltranziste e giustizialiste e più europeiste e garantiste.
Carlo Calenda e il paradosso di Zenone
Il leader di Azione Carlo Calenda, a proposito delle parole del fondatore dei 5 stelle sull’ex premier accusato di non avere la visione politica e le capacità manageriali per guidare il movimento, ha dichiarato di trovarsi nella situazione tipica del famoso paradosso di Zenone.
Zenone era un filosofo presocratico della scuola eleatica di Parmenide, che fu ritenuto da Aristotele l’inventore della dialettica. Carlo Calenda ha dichiarato di essere sicuro che il suo giudizio su Conte fosse corretto, ma il fatto che Beppe Grillo lo ha totalmente condiviso gli ha posto il problema seguente : “Se è corretto il mio giudizio su Conte, deve essere corretto anche il giudizio di Grillo. Ma siccome il giudizio di Grillo non può essere mai corretto, evidentemente non è corretto neanche il mio giudizio su Conte. Questo è il paradosso.”
Da questa deduzione paradossale potrebbe nascere un feeling inaspettato tra Conte e Calenda, che sta lavorando da mesi alle elezioni comunali autunnali e in particolare alla sua candidatura a sindaco di Roma.
L’ex ministro del governo Renzi e attuale parlamentare europeo eletto con il PD e poi fondatore della formazione politica Azione, sta cominciando ad avere una piccola crescita nei sondaggi a prescindere dai suoi rapporti stretti con le altre formazioni come i radicali di Più Europa, i socialisti o la stessa Italia viva di Renzi e se Giuseppe Conte dovesse effettivamente fondare un suo partito la collaborazione con Azione potrebbe essere una novità rilevante nel panorama centrista della politica italiana.