Clamorosa svolta nell’inchiesta sulla morte di Emanuele Scieri, il paracadutista siracusano di 26 anni morto il 16 agosto del 1999 nella caserma Gamerra di Pisa dopo una caduta da una torre utilizzata per asciugare i paracadute.
Dopo 19 anni arrestato un commilitone
Dopo 19 anni di indagini, c’è un arresto: si tratta di Alessandro Panella, un ex paracadutista, probabilmente uno dei “nonni” incontrati da Emanuele prima della tragedia. L’interessato ha negato tutto.
Altre persone indagate a piede libero. Effettuate anche perquisizioni
Altre persone sarebbero indagate a piede libero e sono state compiute perquisizioni. Le conclusioni a cui sono giunti gli inquirenti rivelano quindi una verità ben diversa da quella a cui sono giunte le precedenti indagini.
Sconfessata la tesi del suicidio
Viene sconfessata la tesi del suicidio e ci si avvicina di molto a quanto è stato riportato, nel dicembre scorso, nella relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta, che ha ribaltato completamente anni e anni di indagini indirizzate su una pista sbagliata, forse anche a causa di molte omertà e depistaggi.
La conferenza stampa del procuratore di Pisa
Secondo quanto riportato dall’Ansa, il procuratore di Pisa, Alessandro Crini, durante la conferenza stampa indetta in occasione dell’arresto di Panella, ha affermato che ” l’indagine ha consentito di perfezionare la conoscenza relativa al nonnismo: questo dato emerge anche con modalità tali da ritenere che contro Scieri ci sia stata un’aggressione da parte dei ‘nonni’ anche mentre era a terra.
Si tratta di ipotesi indiziarie che sono suffragate anche dalle consulenze tecniche allegate alle conclusioni della commissione parlamentare d’indagine”.
Contestato il concorso in omicidio volontario
Il magistrato ha quindi aggiunto che è stato contestato il concorso in omicidio volontario poiché ” siamo arrivati alla conclusione che ci fosse il tempo per soccorrere Emanuele“; il ragazzo, infatti, fu ” lasciato agonizzante a terra”.
Accelerazione perché Panella stava per scappare
Crini ha, infine, spiegato che gli indagati sono in tutto 3 e che “la vicenda ha avuto un’accelerazione ieri perché una delle tre persone da tempo indagate stava per lasciare l’Italia e sarebbe stato complicato riportarcela“. Dalle intercettazioni ambientali effettuate si è infatti scoperto che Panella stava per scappare negli Stati Uniti.