Catastrofe ecologica in Russia: versate in mare più di 100 tonnellate di petrolio


Si può tranquillamente parlare di nuova catastrofe ecologica in Russia: i procuratori mercoledì hanno aperto un’indagine su un’importante fuoriuscita di petrolio accaduta al largo della costa del Mar Nero, incidente che si è rivelato essere molto più grave di quanto inizialmente previsto, e che ha già lasciato enormi tracce di inquinamento lungo tutta la costa interessata.

La fuoriuscita accidentale è avvenuta durante il fine settimana nel terminale petrolifero di Yuzhnaya Ozereyevka, vicino al porto di Novorossiysk, struttura che fa parte del cosiddetto Caspian Pipeline Consortium, una compagnia petrolifera che importa il petrolio greggio dal Kazakistan. Il petrolio è fuoriuscito mentre veniva pompato nella petroliera Minerva Symphony, battente bandiera greca.

Le autorità stimavano inizialmente che la fuoriuscita fosse “quantificabile” solo in circa 2000 metri quadrati di superficie interessata, stime modificate dagli specialisti russi nella giornata di mercoledì, quando è emerso, grazie allo studio delle immagini satellitari, che la quantità di petrolio fuoriuscita era in realtà di gran lunga superiore: le ultime misurazioni rivelano infatti che l’area di copertura interessata equivalga a quasi 80 chilometri quadrati.

Intanto il WWF ha diramato un comunicato in cui comunica di aver stimato che circa 100 tonnellate di petrolio si sono riversate in mare a causa dell’incidente.

Come già accennato, l’ufficio del procuratore generale competente ha già aperto un’indagine penale con l’accusa di inquinamento ambientale, e vi sarebbe tutta l’intenzione di “procedere contro i responsabili in maniera decisa e ferma”.

I media russi intanto riportano che tracce di petrolio sono state avvistate lungo la costa panoramica del Mar Nero, andando ad interessare addirittura un centro naturalistico ed un acquario di delfini a Bolshoy Utrish, 25 chilometri (15 miglia) a ovest, dove i lavoratori hanno fatto una vera e propria corsa contro il tempo per procedere al montaggio di una serie di barriere così da poter proteggere i mammiferi.

Tuttavia, l’agenzia statale russa per la sicurezza dei consumatori ha recentemente affermato, in una controversa dichiarazione, che un’analisi dei campioni d’acqua lungo la costa del Mar Nero avrebbe rilevato che “il valore quantitativo delle perdite” dovrebbe essere rimasto entro i limiti di legge.

Il capo dell’agenzia, la Dott.ssa Svetlana Radionova, ha affermato nel corso di una dichiarazione resa ad un canale televisivo russo, che un sistema di sicurezza definito come “molto all’avanguardia” parrebbe essere stato in grado di “interrompere rapidamente” la fuoriuscita, ma non ha voluto rilevare esattamente quanto petrolio è fuoriuscito nel mare.

Il Vice Primo Ministro russo, Viktoria Abramchenko, ha incontrato il direttore del Caspian Pipeline Consortium, il consorzio che gestisce, tra le altre cose, uno dei più grandi oleodotti esistenti, una struttura di 1.511 chilometri che parte dal Kazakistan ed arriva fino alla costa russa del Mar Nero, per ottenere delucidazioni sulla fuoriuscita.

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