Svolta green per la Turchia: L’energia eolica è infatti diventata la fonte di energia elettrica più “performante” e redditizia per la prima volta nella storia del paese, a partire dalla giornata di ieri. La produzione di energia elettrica tramite sistemi eolici, uno dei punti principali nella strategia di lotta al Climate Change messa in campo dalle autorità turche, ha infatti raggiunto, nella giornata di ieri, la quota record del 22,6% del “totale energetico” turco, stando a quanto dichiarato dalla Turkish Electricity Transmission Corporation quest’oggi, in una dichiarazione in cui un portavoce della società ha definito questa come una “giornata storica per la transizione energetica in Turchia”
Gli impianti eolici hanno infatti generato 178.964 megawatt/ora (MWh) su un totale di 791.794 MWh di produzione giornaliera di elettricità, una quota che sfora le già rosee aspettative del Governo, che si era posto come “target” da raggiungere quello del 20% della produzione totale. Il dato lascia ancor più impressionati se si considera il punto di partenza del comparto eolico del paese: si è passati dai 10.585 megawatt iniziali ad un aumento del 1700%, percorso che le autorità contano di replicare entro breve anche per l’energia idroelettrica, che al momento ricopre la seconda posizione all’interno del mercato delle rinnovabili.
Le centrali a gas naturale seguono a stretta distanza, con una quota del 20% della produzione elettrica totale, seguite dal dato, ancora considerato troppo alto da parte del Governo Erdogan, delle centrali a carbone, che impattano sulla produzione nazionale per il 17% circa del totale.
La soglia di energia eolica raggiunta dal paese mediterraneo, pur essendo una pietra miliare di per sè, rappresenta semplicemente uno step verso le importanti politiche di transizione energetica che la Turchia ha, come già accennato, intenzione di implementare in maniera sempre più seria e crescente nel corso dei prossimi anni, sia in chiave di lotta al climate change che in ottica geopolitica. La Turchia ha dato infatti la priorità ad assicurare il suo approvvigionamento energetico, aspetto considerato come uno dei pilastri centrali della sua strategia internazionale, strategia che punta a soddisfare quote sempre crescenti del fabbisogno energetico interno in maniera autonoma, così da ottenere una indipendenza energetica anche solo parziale.
La Turchia si è resa protagonista di una considerevole diversificazione del suo “mix energetico” nell’ultimo decennio, in particolare attraverso la crescita delle fonti di energia elettrica rinnovabile, viste sia come una fonte di risparmio che come una fonte di potenziali guadagni.
La capacità e la produzione di attrezzature eoliche in Turchia, infatti, è cresciuta al punto tale da renderla uno dei 10 maggiori mercati a livello globale, un dato che dovrebbe far riflettere.
La costante crescita in questo settore ha già reso la Turchia, appena l’anno scorso, il terzo più grande produttore di attrezzature eoliche in Europa: una strategia di sviluppo che ha enormemente aiutato il paese mediterraneo ad espandere le sue esportazioni, raggiungendo in tal modo oltre 45 paesi in sei continenti.
Grazie all’importante stimolo dato dal Governo Erdogan a questo settore, la Turchia è passata nel giro di un solo decennio dall’avere solo una dozzina di aziende produttrici di attrezzature per le energie rinnovabili, ad averne oltre un centinaio, con il mercato dell’eolico che rappresenta, nello specifico, circa il 70% del fatturato complessivo delle rinnovabili.
L’esempio dei nostri “vicini di casa” deve sicuramente far riflettere: secondo gli studi delle associazioni di categoria, l’Italia, grazie alle sue caratteristiche morfologiche ed al suo clima, potrebbe, con una strategia di investimenti mirati, diventare una delle “terre promesse” per l’energia rinnovabile, con un giro d’affari potenziale stimato in oltre cinque miliardi di euro annui.