Concluso il G7 di Biarritz, molti i temi discussi. Stanziati 20 milioni per aiutare l’Amazzonia


Nonostante il tema ufficiale del G7 di Biarritz fosse quello delle disuguaglianze, i 7 grandi della terra hanno discusso diverse questioni proprie delle rispettive agende politiche. Molti i temi all’ordine del giorno tra le preoccupazioni dei leader mondiali, non da ultimi i devastanti incendi che stanno distruggendo la foresta amazzonica.

 

La questione iraniana

Uno dei principali argomenti di discussione ha riguardato l’Iran. A seguito dell’uscita degli USA dall’accordo sul nucleare (JCPOA) del 2015 e alle recenti tensioni nel Golfo Persico con sequestri di petroliere e intimidazioni, non poteva che rappresentare uno dei temi caldi del momento. Quasi a sorpresa il presidente USA Donald Trump si è detto disponibile a incontrare il presidente iraniano Rouhani in caso di circostanze giuste e solamente a patto che l’Iran si comporti da “attore positivo”. Un risultato reso concreto dall’arrivo a Biarritz del ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, in tour presso le principali capitali europee. Una presenza di cui Trump era informato e che fa dunque ben sperare. Dal canto suo Rouhani ha fatto presente che l’Iran sarà disponibile a un incontro solamente a patto che gli USA tolgano le sanzioni economiche.

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La Brexit

Dopo l’ascesa di Boris Johnson come premier britannico la questione della brexit ha avuto un’accelerazione drammatica. Il neo-primo ministro ha infatti annunciato che entro il 31 ottobre il Regno Unito uscirà dall’Unione europea anche con un no-deal. In questo caso ha annunciato che il Regno Unito non verserà i 39 miliardi di sterline dovuti all’Ue per l’uscita. Durante il vertice sia Angela Merkel che Emmanuel Macron hanno avuto modo di incontrare Johnson per discutere della questione e nonostante sia stato ribadito il no di Bruxelles a rinegoziare l’accordo si è concesso più tempo per risolvere l’annosa questione del backstop che dovrebbe evitare il ritorno di una frontiera fisica tra Irlanda e Irlanda del Nord con conseguenze che potrebbero essere disastrose facendo ritornare il Regno Unito all’epoca dei cosiddetti “troubles”.

 

Guerra dei dazi

Durante il vertice Trump ha utilizzato il consueto strumento del bastone e della carota contro Pechino e ha utilizzato lo scenario della cittadina della costa atlantica francese come teatro di prove generali per la distensione con la Germania. Inizialmente ha infierito contro la Cina affermando che negli ultimi tempi la guerra commerciale ha affossato duramente la sua economia causando la perdita di milioni di posti di lavoro e che quindi si vedranno costretti ad accettare necessariamente un accordo per poi in seguito definire Xi Jinping un “grande leader, un uomo intelligente”. La risposta del portavoce del ministero degli Esteri cinese, Geng Shuang ha criticato le nuove sanzioni americane assicurando che Pechino adotterà nuove misure per tutelare la sua economia. All’orizzonte ci sono i nuovi dazi su 75 miliardi di dollari di prodotti made in USA come risposta alle tariffe annunciate da Washington su 300 miliardi di beni cinesi a partire dal 1 settembre.

Il bilaterale tra Trump e Merkel ha avuto come risultato l’accordo di sostenere la crescita economica mondiale attraverso il sistema di scambi libero ed equo, di ridurre le barriere commerciali e le regolamentazioni e di riformare il WTO. Sui dazi americani alla auto tedesche e in generale sui conflitti commerciali USA-Ue significativi sono stati i passi avanti tra i due leader. Inoltre Trump ha aperto a una possibilità di riammettere la Russia (colpita dalle sanzioni per la questione della Crimea) nel consesso internazionale già al prossimo summit organizzato in Florida. Tuttavia a tale ipotesi solo l’Italia si è dimostrata disponibile.

 

Amazzonia

La foresta amazzonica sta bruciando da giorni e i roghi sono visibili anche dallo spazio. Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha annunciato di non avere le risorse per salvarla. Sotto l’impulso del presidente francese Emmanuel Macron il G7 è stato teatro di discussione del problema. Tra le possibili soluzioni è spuntata quella di mettere l’Amazzonia sotto tutela internazionale. Escluso dal vertice il presidente brasiliano ha accusato apertamente il “tono sensazionalistico” di Macron e la presunta strumentalizzazione della questione dei roghi per vantaggi politici personali. Bocciata la proposta di parlarne al vertice, Bolsonaro ha accusato una “mentalità colonialista fuori luogo nel ventunesimo secolo”. Nonostante lo scontro il G7 ha approvato un finanziamento di 20 milioni di dollari per inviare aiuti per spegnere le fiamme. Si è poi discusso di un piano per la riforestazione che sarà presentato a settembre all’ONU. Interventi votati anche dagli USA, nonostante la diserzione di Trump alla sessione dedicata ai cambiamenti climatici. Nonostante tutto presidente Bolsonaro ha rifiutato gli aiuti del G7.

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La conferenza stampa finale

Il vertice di Biarritz si è chiuso con un’inedita conferenza stampa a due del padrone di casa Macron e del presidente USA Trump. Per Macron il bilancio è molto positivo visti i risultati raggiunti. Oltre ai passi avanti per una soluzione alla guerra commerciale Usa-Cina e sul superamento della crisi iraniana, si è discusso anche della webtax e della spinosa questione del Kashmir che è tornata alla ribalta dopo le tensioni degli ultimi mesi. Un successo rispetto al G7 canadese dell’anno scorso che vide Trump abbandonare i tavoli delle riunioni in evidente disaccordo su molte questioni.

A conclusione del vertice il presidente americano ha annunciato con un colpo di scena l’appuntamento per l’anno prossimo in Florida, ma non in una sede istituzionale bensì nella sua residenza privata di Miami, tra lo stupore dei presenti.

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