Il giornalista molto apprezzato Enrico Mentana ha fatto notare che il rispetto della donna, di cui tanti si sono riempiti la bocca, nella giornata celebrativa contro la violenza di genere, solennemente ma spesso non sinceramente e magari con la stessa retorica valida solo ventiquattro ore del giorno della memoria o della giornata del risparmio, si cementerebbe molto di più con la scelta di una figura femminile per la successione di Mattarella.
Una donna al Quirinale
Mentana è convinto che per l’elezione al Quirinale ci siano molte figure femminili all’altezza del ruolo, super partes, di destra e di sinistra, cattoliche e laiche.
Nel 1999 il nome più adatto alla presidenza della Repubblica sembrava essere quello di Rosa Russo Iervolino, ministro dell’Interno del governo D’Alema. La Iervolino è stata la prima donna al Viminale nella storia repubblicana e poi nel 2001 anche la prima donna a diventare sindaco di Napoli, ma non è riuscita ancora ad essere la prima a salire al Colle perché come lei stessa ha riconosciuto l’elezione alla presidenza dipende da molti elementi.
Nelle ultime elezioni la possibilità di una presenza femminile al Quirinale si è affacciata spesso, ma finora è rimasta solo una variabile, che non si è mai verificata. Oltre Mentana ha riproposto il tema anche Romano Prodi, parlandone come di una bella prospettiva, e tra i nomi papabili vi sono ancora quelli di Emma Bonino e di Rosy Bindi. Oltre la Iervolino anche Emma Bonino nel 1999 sfiorò l’elezione al Colle, ma alla fine fu eletto Carlo Azeglio Ciampi nello scrutinio più veloce della storia della Repubblica italiana.
Per la attuale presidente della Fondazione Nilde Iotti ed ex ministro, Livia Turco, i tempi ormai sono molto maturi e l’elezione di una donna sarebbe, non solo un’affermazione di una qualità dell’agire politico, ma anche un segnale importante in una fase complessa della vita della nazione italiana. I nomi delle donne che potrebbero rivestire il ruolo delicato sono molteplici e tutti di spessore sia nel mondo politico, che in quello dell’accademia e delle professioni, dalla Guardasigilli Marta Cartabia, a Paola Severino, Annamaria Tarantola, a Elisabetta Belloni, prima donna alla testa dell’agenzia di coordinamento dei servizi segreti, ma anche la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati e l’ex sindaco di Milano Letizia Moratti.
E se a volare sul Quirinale fosse un Merlo?
In attesa della prima convocazione di fine gennaio i giochi sono tutti da compiere, anche perché le scelte definitive si fanno ad urne aperte e c’è il rischio che, come è avvenuto in passato, tutte le donne cadano dalla giostra delle supposizioni. Infatti, non solo le candidature della Iervolino e della Bonino sono state “bruciate” negli anni scorsi, ma anche quelle di altre donne importanti, come Anna Finocchiaro, Elsa Fornero, Livia Pomodoro, Anna Maria Cancellieri e Giulia Bongiorno, perché in realtà, nella grande partita politica per eleggere il Presidente della Repubblica, contano anche personaggi, che hanno il controllo di diversi deputati, senatori e delegati regionali, che compongono il collegio elettorale, che per l’ultima volta sarà con oltre mille grandi elettori.
Per esempio potrebbe essere decisivo il senatore Ricardo Antonio Merlo di Buenos Aires, eletto con i voti degli italiani residenti in Sudamerica, ed abilissimo nelle trattative parlamentari, a farsi valere sia a destra che a sinistra. Dopo essere stato eletto per tre volte alla Camera è diventato senatore e poi anche sottosegretario agli esteri nel governo gialloverde di Conte, ed è riuscito pure ad essere confermato in quello giallorosso, grazie al suo buon rapporto con l’ex presidente del Consiglio, ma soprattutto perché ha saputo costituire il Maie.
Il Maie non solo è una componente del gruppo misto al Senato, ma anche un movimento politico associativo che raccoglie gli italiani all’estero. Durante l’ultima crisi di governo il senatore Merlo è riuscito a mettere insieme parlamentari di diversa provenienza da destra a sinistra per cercare soprattutto con i centristi di Tabacci e Mastella di tenere in vita il governo Conte, sostituendosi nella maggioranza, al partito Italia viva di Matteo Renzi. Questo senatore, che ha studiato dai gesuiti in Argentina, impiegato ed ex camionista della ditta del padre, è diventato insomma un vero esperto di trattative politiche e parlamentari e quindi potrebbe essere decisivo nella partita del Quirinale.
Per questo motivo Silvio Berlusconi, che lo ha già contattato, può essere considerato in fondo la “prima donna” tra i candidati possibili, in attesa che un segretario di partito consegni la questione femminile all’attenzione di tutti con responsabilità e consapevolezza, come ha chiesto Livia Turco. Per il momento nessuno lo ha fatto, nemmeno il segretario del PD, il partito di riferimento della presidente della Fondazione “Nilde Iotti”.