La nuova ondata di pandemia da Covid-19 sembra ormai essere inarrestabile non sono in Italia, dove il quadro delle nuove infezioni diventa ogni giorno più preoccupante, ma in tutto il mondo. Dopo le voci secondo cui l’India avrebbe commesso gravi errori nel conteggio dei decessi da Coronavirus, con un numero totale che si avvicinerebbe secondo alcuni a più di un milione di morti dall’inizio della pandemia, un nuovo dato arriva dagli Stati Uniti, con le autorità locali che hanno riportato circa 1,45 milioni di nuove infezioni da coronavirus questo lunedì.
Si tratta del più alto totale giornaliero per qualsiasi paese del mondo dall’inizio dell’emergenza sanitaria, con la diffusione della variante Omicron, altamente contagiosa, che non inizia nemmeno a mostrare segni di rallentamento.
Il record precedente, che apparteneva sempre agli USA ammontava a circa 1,03 milioni di nuovi casi in un giorno solo, ed era stato registrato il 3 gennaio. Molti esperti tuttavia ritengono che i numeri siano stati inflazionati dal sistema di funzionamento dei centri di elaborazione dei tamponi statunitensi. Secondo un portavoce della Casa Bianca, infatti, un gran numero di casi viene segnalato ogni lunedì poichè molti Stati non pubblicano alcun bollettino epidemiologico durante il weekend.
Tale ricostruzione è stata immediatamente fonte di aspre polemiche da parte degli analisti più attenti, che hanno immediatamente osservato come il dato, che non viene influenzato da simili “rallentamenti” della media settimanale di nuovi casi, è triplicata nel giro di un mese: grazie a tale media settimanale si è in grado, infatti, di calcolare che al momento negli USA vi siano in media circa 700.000 nuovi casi acclarati al giorno.
Il record è arrivato lo stesso giorno in cui il numero di pazienti statunitensi ricoverati con COVID-19 ha anch’esso raggiunto i livelli più alti dall’inizio della pandemia: ci sono stati infatti più di 136.604 nuovi ricoveri da Covid – 19, superando così il record di 132.051 stabilito nel gennaio dello scorso anno. Anche in tale “settore”, stando agli esperti, si constata una sostanziale triplicazione dei numeri nel giro di circa un mese: gli ospedali statunitensi sono infatti passati dai circa 40mila nuovi ricoveri dello scorso dicembre ai numeri odierni.
Nonostante la variante Omicron sia potenzialmente meno grave, i funzionari sanitari hanno avvertito che il numero di infezioni potrebbe in ogni caso mettere a dura prova i sistemi ospedalieri statunitensi: alcune strutture, infatti, hanno già sospeso le attività parallele per concentrarsi sulla lotta al Coronavirus, e sono impegnate in una quotidiana lotta per gestire l’aumento dei pazienti e la grave carenza di personale.
L’aumento dei casi ha altresì sconvolto le scuole americane, anch’esse tartassate dalle carenze di personale di servizio, insegnanti e autisti di autobus, oltre che con un picco di infezioni tra gli studenti.
Tutti i distretti scolastici della città di Chicago hanno dovuto sospendere le lezioni per quattro giorni di fila, a causa del mancato accordo tra le autorità amministrative ed il sindacato degli insegnanti su come tamponare l’emergenza in corso.
Anche altri segmenti del vivere civile sono tuttavia sotto fortissimo stress: la città di New York, ad esempio, ha dovuto sospendere il servizio su ben tre linee della metropolitana, a causa dell’assenza di un’imponente mole di lavoratori del settore trasporti.
Preoccupa anche il dato dei nuovi decessi, che sono in media 1.700 al giorno, aumentando dunque di circa 300 unità rispetto alla media di 1400 morti al giorno di inizio gennaio. Le autorità tuttavia rassicurano la popolazione dicendo che si tratta di numeri compatibili con le previsioni effettuate, e che il quadro, pur essendo preoccupante, non deve tuttavia generare ulteriore allarmismo.