I cittadini spagnoli che la scorsa primavera sono stati multati per aver violato il lockdown messo in atto per combattere il COVID-19, durato quasi tre mesi, saranno rimborsati “al più presto”, ha riferito una fonte del Governo Spagnolo all’Associated Press, un importante organo stampa internazionale.
L’annuncio, rilasciato lo scorso venerdì dal Ministero degli Affari Territoriali, afferma che la misura si applicherà a 1,1 milioni di multe che sono state emesse a centinaia di migliaia di persone per aver violato l’obbligo di rimanere a casa, comminate a partire dal marzo 2020.
La questione, in realtà, era al centro di un dibattito nato in seno all’opinione pubblica spagnola già da molto tempo: non tutte le multe emesse sono state pagate, secondo fonti del Ministero, proprio a causa della scarsa chiarezza utilizzata dal legislatore nella formulazione delle norme. All’interno del comunicato stampa, il Governo spagnolo ha affermato di aver raccolto circa 115 milioni di euro in multe a partire da luglio, somma che adesso dovrà dunque venir restituita ai cittadini, e che, secondo alcuni, comporterà un aggravio ancor più pesante per le finanze pubbliche a causa delle more da applicare.
Nel marzo 2020, la Spagna ha ordinato ai suoi 47 milioni di residenti di rimanere a casa per provare a contrastare il nuovo coronavirus che iniziava a diffondersi nel paese, uno scenario tristemente noto in ogni altro Paese europeo, Italia in primis. Ed è proprio l’Italia a poter essere ritenuta la “responsabile” di questa debacle: la Spagna è stata infatti il secondo paese europeo ad imporre il lockdown ai propri cittadini, affrettandosi a seguire l’esempio dettato dall’Italia pochi giorni prima, e, secondo alcuni insigni costituzionalisti spagnoli, sarebbe proprio questo il motivo alla base della necessità di rimborsare i cittadini spagnoli: il governo, preso dalla fretta di imporre le misure di contenimento, si sarebbe limitato a “copiare” gli ormai celebri DPCM italiani, andando a causare un contrasto con la Costituzione spagnola.
La misura, inizialmente ideata per essere uno stato di emergenza della durata di 15 giorni, è stata estesa all’intero paese ed allungata a tre mesi a causa della diffusione capillare e totalizzante del virus in tutto il territorio spagnolo. Le misure di isolamento previste per la Spagna sono state tra le più severe e capillari al mondo, arrivando a vietare addirittura la presenza in strada dei figli delle persone “autorizzate” ad uscire.
La decisione di rimborsare le multe che sono già state pagate e di annullare quelle ancora pendenti è arrivata dopo una sentenza di luglio della Corte Costituzionale spagnola, la quale ha stabilito definitivamente che il Governo spagnolo ha “oltrepassato i limiti stabiliti dalla Costituzione Spagnola ed emanato una norma che limita ingiustamente il diritto alla libera circolazione, utilizzando gli strumenti normativi errati”, dando di fatto ragione a quanti ritenevano che le norme fossero state emanate in maniera troppo frettolosa.