Dopo 48 giorni di attesa, ieri, martedì 29 maggio, alle 16.18, la frana che incombeva su Gallivaggio è caduta. È stato un crollo di 5mila metri cubi di roccia, che dal 13 aprile scorso erano in bilico sopra alla strada statale 36. Il crollo era ormai previsto: già dalla mattinata di ieri, il sistema di monitoraggio aveva registrato un movimento della massa rocciosa di circa 60 millimetri nelle 24 ore.
Gallivaggio: il crollo della frana
Prima un forte boato, poi la frana, che si è portata dietro una nube di polvere che ha avvolto il paese. Successivamente si sono potuti constatare i danni: un traliccio dell’alta tensione è stato travolto, ma il campanile e il santuario di Gallivaggio sono scampati all’incidente. La strada statale 36 ha subito lievi danni, ma non sono stati registrati feriti: l’area era stata ormai evacuata da giorni e il tratto stradale era inibito al traffico da più di un mese e mezzo.
L’Agenzia regionale per l’ambiente, in una nota, ha dichiarato:
L’attività di monitoraggio proseguirà per verificare la stabilità dei nuovi fronti rocciosi venuti alla luce a seguito del collasso di parte della parete. La strada rimane chiusa dalla località Le Pompe fino a Lirone.
1500 residenti rimangono isolati: difficoltà nel reperire cibo e medicine
I 1500 residenti dei comuni di Campodolcino e di Madesimo restano ancora isolati, con difficoltà nell’approvvigionamento di cibo e medicine. La SS 36 è infatti l’unica via di comunicazione tra la Valle Spluga e la Valchiavenna. I collegamenti, al di fuori di 3 fasce orarie in cui la strada è percorribile, sono garantiti dal sentiero Spluga, impervio e accidentato, che, in un tracciato di circa un chilometro da percorrere a piedi, permette di evitare la zona della frana. Un sentiero ripido, che sale e scende, pieno di fango e corde per aiutarsi, ma di sicuro non adatto a persone anziane o malate.
In un comunicato del Comune di Madesimo possiamo leggere:
La situazione di elevata criticità ed emergenza non cambia. Purtroppo a valle è scesa solo una parte del materiale in movimento, restano blocchi importanti instabili che dovranno essere legati o demoliti per poi procedere con le opere di disgaggio. Per questo motivo da domani si procederà alla riattivazione del sistema di monitoraggio ed alla valutazione di quali interventi ora occorre realizzare. […] Non sarà un tempo breve, si tratta di un lavoro complesso, pericoloso e di altissima specializzazione. Sono in campo le migliori forze ed il massimo impegno. Intanto proseguiremo nell’iter necessario alla realizzazione del bypass provvisorio stradale quale via alternativa nel caso di ulteriore prolungata chiusura della strada statale: oggi è stato approvato il progetto esecutivo (realizzato in 10 giorni), martedì prossimo è convocata la conferenza di servizi decisoria al fine dell’ottenimento di tutti i pareri. Ora tocca a Roma, per il riconoscimento dello stato di emergenza da parte del consiglio dei Ministri che potrà presto far vedere il via all’opera che richiede 30/40 giorni di lavoro per la sua realizzazione. La Valle Spluga è in ginocchio, oggi si è aperta una nuova fase, prevista ed attesa nelle scelte degli amministratori. Il percorso non è finito. Al più presto dobbiamo dare il via ai lavori che necessiteranno per uscire da questa drammatica situazione di emergenza.