Dario Fo è morto Viva Dario Fo


Dario Fo si è spento all’età di 90 anni

Era ricoverato già da diversi giorni presso un ospedale di Milano, e poche ore fa si è saputa la notizia della sua morte. Accusava problemi polmonari e dopo un breve ricovero, il giullare d’Italia ha deciso forse che era venuto il momento di raggiungere la sua Franca.

Attore, regista, scenografo impresario, Dario Fo nei suoi lunghissimi 90 anni di vita era tutto questo e anche di più. Premio Nobel per la letteratura nel 1997, uomo di sinistra da quando si ha memoria che ha voluto dichiararsi fuori dal coro anche in politica, Dario Fo ci lascia con un’eredità infinita. Lui stesso si definiva un uomo estremamente fortunato, lui che era nato in un paese che si affaccia sul Lago Maggiore il 24 marzo 1926. Lui, figlio di ferroviere, che vestì la divisa della Repubblica di Salò durante la seconda guerra mondiale per scampare alle deportazioni naziste.

E poi l’incontro con la sua musa.

Quella  Franca Rame con la quale visse un’esistenza pregna di successi ma anche di censure. Un figlio Jacopo, anche lui folgorato dal palcoscenico. Riassumere la vita e le opere di questo grande maestro del cinema, del teatro e della letteratura è impossibile, a meno di scrivere un volume enciclopedico.

L’accademia del Nobel motivò così il premio alla letteratura: “Seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”. Quel giullare più apprezzato fuori che dentro i confini della sua patria. Dopo gli studi all’Accademia di Brera Dario Fo muove i suoi primi passi nel mondo dello spettacolo. Negli anni ’60 si abbatte sull’attore e sulla moglie la mannaia della censura, e loro, con la compagnia teatrale che nel frattempo avevano fondato, si dedicano al teatro.

Poi nel 1968 la sua opera più famosa: quel “Mistero buffo”, un monologo in grammelot (linguaggio teatrale fatto di suoni senza significato che si ispirano però a diverse lingue mescolate tra loro) ispirato alla Commedia dell’arte e alle opere dei giullari. La satira di Dario Fo è un continuo inseguire i fatti di cronaca, dalla strage di Piazza Fontana alle notizie di prima pagina dell’epoca. Così farà anche negli anni a venire, e per tutta la sua lunga vita artistica.

Nel 2013 viene a mancare la sua compagna Franca, e lui è costretto a proseguire la vita pubblica e privata senza la sua insostituibile spalla. In politica si schiera apertamente, mai incerto, sempre in maniera esplicita. Anche dopo la morte di Franca Rame Dario Fo non finisce di lavorare. Scrive, recita, dipinge, sempre voglioso di vivere.

La morte?

«No. Non la corteggio, ma non la temo. Se hai campato bene, la morte è la giusta conclusione della vita. Detto ciò, madama Morte non si scomodi ad affrettarsi, faccia pure con comodo. Non sono mai stato un tipo che volta le spalle o taglia la corda davanti a niente. Neanche alla morte. Ma se non l’ha mai sfuggita, non l’ho neanche mai cercata.»

Diceva egli stesso in un libro dal titolo “Dario e Dio” da poco edito (2016).

Questa mattina la Madama lo ha colto, ma mi piace pensare che forse Dario, se non aveva proprio cambiato idea, la stava aspettando per prendere in giro anche lei.

articolo a cura di Alessandra Albanese

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