La Corte dei Conti ha condannato il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, a risarcire 609mila euro alla Regione. La decisione riguarda l’utilizzo di fondi pubblici per la realizzazione delle “Covid Card” regionali, considerate dai giudici un “inutile duplicato del green pass nazionale”. L’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza di Napoli sotto la supervisione dei magistrati contabili Davide Vitale e Mauro Senatore, ha evidenziato che la condotta di De Luca è stata commessa con dolo, giustificando così la condanna.
Al contrario, sono stati prosciolti altri funzionari coinvolti nella vicenda – Italo Giulivo, Massimo Bisogno, Ugo Trama, Antonio Postiglione e Roberta Santaniello. Le accuse nei loro confronti, pur essendo caratterizzate da colpa grave, sono state considerate coperte dallo scudo erariale, introdotto dalla legge 74/2023. Questo dispositivo esclude la responsabilità erariale per colpa grave, limitandola ai soli danni causati con dolo.
De Luca: “Condannato per efficienza, impugnerò la sentenza”
Non si è fatta attendere la replica del governatore campano, che ha annunciato l’intenzione di impugnare la sentenza. In una nota, De Luca ha dichiarato:
“Rivendico pienamente e con orgoglio le decisioni assunte a tutela della salute dei miei concittadini. La Campania è la Regione con il numero più basso di decessi per Covid in relazione alla popolazione, grazie alla responsabilità di scelte spesso anticipate rispetto al Governo nazionale. Ovviamente, la sentenza sarà immediatamente impugnata. Non vorrei dover rispondere del reato di efficienza.”
La difesa di De Luca si basa sull’argomento che le Covid Card erano necessarie per incentivare la vaccinazione e arginare la pandemia, con l’obiettivo di ridurre ricoveri e decessi. Tuttavia, i giudici hanno ritenuto l’iniziativa superflua, data l’esistenza del green pass nazionale.
Resta ora da vedere l’esito dell’impugnazione annunciata dal governatore, mentre il caso continua a suscitare polemiche e divisioni politiche.