L’Earth Overshoot Day è, probabilmente, una delle ricorrenze più tristi e preoccupanti dell’anno per noi esseri umani. Con questo termine si indica, infatti, il giorno in cui il pianeta Terra esaurisce la “quota” di risorse naturali disponibili per l’anno in corso, iniziando a sfruttare quelle previste per l’anno successivo.
In soldoni, si tratta di un indicatore affidabile di quanto gli esseri umani stiano sfruttando, oltre i livelli tollerabili, le risorse della Terra.
Le caratteristiche principali di questa stanza ricorrenza concorrono a farci comprendere la ragione delle preoccupazioni espresse da studiosi e ricercatori di tutto il mondo: si tratta infatti di un giorno a cadenza variabile, che ogni anno viene anticipato di qualche giorno rispetto all’anno precedente. La ragione di questa “peculiarità” è molto semplice: la razza umana aumenta sempre di più i propri consumi.
Per contestualizzare la gravità della situazione basta paragonare la data dell’Overshoot Day 2021, il 29 luglio, a quella dello scorso anno, il 22 agosto: ci siamo “anticipati” di quasi un mese nel giro di un solo anno.
Il dibattito sul consumo delle risorse naturali terrestri è legato a doppio filo, per ovvie ragioni, ai temi del climate change, con il mondo della ricerca scientifica saldo e compatto nell’affermare che, per poter cambiare le cose, sia necessario non solo un generale ripensamento del nostro corrente sistema economico-produttivo, ma anche e soprattutto un ridimensionamento dei nostri consumi. Si terrà a breve la cosiddetta “Cop26“, il meeting, organizzato dalle Nazioni Unite, il cui focus sarà interamente dedicato agli studi sul climate change ed alle proposte per tamponare l’emergenza scaturitane, che si terrà a Glasgow, in Scozia, dal 31 ottobre al 12 novembre, e non si può non essere sicuri del fatto che uno dei tanti temi trattati sarà proprio quello dell’Earth Overshoot Day.
La stima dei consumi massimi “tollerabili” ogni anno dal nostro pianeta è curato dalla ONG “Global Footprint Network“, con sede negli Stati Uniti, che si occupa per l’appunto di calcolare la cosiddetta “impronta” inquinante che tutte le attività umane lasciano sul nostro ecosistema. Stando a quanto sostenuto da GFN, i principali cambiamenti in tema di sfruttamento delle risorse debbono avvenire, ed al più presto, nei settori della deforestazione, dello sfruttamento delle risorse idriche, del ciclo di sfruttamento di carburanti naturali e, elemento spesso sottovalutato, nella manutenzione delle infrastrutture.
Gli studiosi concordano, infatti, nel ritenere che l’ammaloramento generale delle infrastrutture responsabili della distribuzione di energia elettrica e di risorse idriche sia responsabile di incalcolabili quantità di sprechi. Con l’ammodernamento di queste reti sarebbe possibile recuperare una gran quantità di risorse naturali che al momento vengono letteralmente gettate al vento.
Il primo Earth Overshoot Day si è tenuto nel 1970. In quell’occasione, il “giorno X” è scattato il 29 dicembre.