Elezioni portoghesi: La tornata elettorale portoghese di domenica 6 ottobre ha rappresentato un vero è proprio trionfo per il leader socialista Antonio Costa nonostante si sia registrata la più bassa affluenza dal 1974 (anno della liberazione dal regime salazarista) pari al 54,5%.
Nonostante ciò e confermando quasi tutti i sondaggi e le aspettative, il Partito Socialista ha ottenuto il 36,65% dei voti, incrementando di ben 4 punti percentuali i risultati rispetto alle politiche del 2015 ed eleggendo 106 deputati.
Seguono il Partito Socialdemocratico, formazione di centro-destra e principale opposizione a Costa, che ha ottenuto il 27,9%, 9 punti percentuali in meno rispetto alle scorse elezioni, e 77 deputati. Il BE (Bloco de Esquerda), cardine nella scorsa legislatura della maggioranza ha ottenuto il 9,7% dei voti e 19 seggi, mentre l’inedita Coalizione Democratica Unitaria (CDU), formazione che unisce Verdi e Partito Comunista, ha ottenuto il 6,5% dei voti e 12 seggi.
Per quanto riguarda le altre forza politiche, il Partito Popolare ha eletto 5 deputati mentre il Partito Animalista, nato sull’onda dell’effetto Greta, non sfonda, ottenendo solo 4 seggi. Infine 3 liste: Chega, Iniciativa Liberal e Livre esprimeranno ciascuna un solo candidato.
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Il successo del partito socialista
Il trend positivo registrato dal partito socialista di Costa si deve al generale incremento del livello di benessere del paese lusitano iniziato nel 2015, quando, appena arrivato al potere, revocò le misure di austerità introdotte dal governo precedente (a guida socialdemocratica) in cambio di un salvataggio internazionale da 78 miliardi di euro, restando comunque nei paletti imposti da Bruxelles.
Durante il suo mandato la crescita ha registrato un forte incremento passando dallo 0,19% del 2014 al 2,1% del 2018. Il tasso di disoccupazione inoltre è sceso al 6,4%, toccando i livelli pre-crisi.
Nonostante ciò alcuni analisti dubitano sul futuro a medio termine del paese, per via dei salari bassi, dell’insicurezza a livello lavorativo e dei prezzi degli immobili cresciuti a dismisura (anche a causa del forte incremento del turismo).
Rimane il fatto che l’alleanza che ha sostenuto il governo dal 2015, comprendente due partiti di sinistra radicale (il Partito Comunista e il Bloco de Esquerda) ha saputo superare i pregiudizi facendo ottenere a quella che è stata ribattezzata geringonça (“lo strano aggeggio”) amplissimi consensi.
Elezioni portoghesi, il nodo della nuova maggioranza
La coalizione del 2015, che ha permesso a Costa di ottenere una grandissima popolarità, è tuttavia entrata in crisi negli ultimi mesi. Difficilmente quindi si riproporrà una maggioranza come quella che ha sostenuto il passato esecutivo. Il premier riconfermato ha detto di essere pronto a negoziare per la formazione di un governo di minoranza prima di una coalizione nel vero senso della parola.
Nel discorso per la vittoria ha affermato di non voler “rinnovare l’esperienza” con la sinistra radicale. Ora bisognerà vedere le prossime mosse di Costa a cui basta l’appoggio di uno solo dei due partiti alleati o anche di uno più piccolo come il PAN (ambientalisti-animalisti) per ottenere la maggioranza di 116 seggi.
Le trattative, iniziate già oggi, dipenderanno anche dai quattro seggi mancanti, assegnati con il voto estero. Rimane il dato incontrovertibile che il voto portoghese si delinea in decisa controtendenza rispetto al declino europeo del centro-sinistra e all’ascesa delle destre xenofobe e populiste.