Recentemente l’ONU ha lanciato un nuovo allarme sul cambiamento climatico, basato sulle ultime indicazioni contenute nel nuovo rapporto dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale.
Secondo il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, il report mostra come la situazione climatica della Terra stia peggiorando, a causa del continuo aumento delle emissioni di CO2 nell’atmosfera e l’incapacità dei leader mondiali di adottare strategie efficaci per limitare il riscaldamento globale entro 1,5°C.
L’ONU avvisa che le emissioni di gas serra sono aumentate nel primo semestre del 2022, con un incremento dell’1,2% rispetto allo stesso periodo del 2019. D’altronde, gli effetti sono evidenti e diffusi in tutto il globo, dalle ondate di calore che hanno colpito molti paesi europei durante l’ultima estate, fino alle recenti alluvioni in Pakistan.
È evidente, allora, come serva un intervento più rapido e incisivo da parte di tutti gli Stati per realizzare la transizione verso un modello socioeconomico sostenibile basato sulle energie rinnovabili.
In questo campo anche l’Italia è chiamata a fare la sua parte, sfruttando le risorse messe a disposizione dal PNRR attraverso i fondi del Next Generation UE, per aumentare rapidamente la quota del fabbisogno energetico nazionale coperta da energia pulita.
Fonti rinnovabili: la situazione in Italia sulle FER
Oggi le fonti di energia rinnovabile più utilizzate in Italia sono l’idroelettrico, il solare fotovoltaico e l’eolico.
Secondo i dati del GSE sul monitoraggio delle FER (Fonti di Energia Rinnovabili), tra il 2012 e il 2020 c’è stato un aumento del 26,8% dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Si tratta di un dato molto importante, considerando che secondo l’ISPRA il settore elettrico è responsabile di circa il 30% delle emissioni di gas serra di origine energetica.
La principale fonte di energia rinnovabile in Italia è l’energia idroelettrica (dati GSE relativi al 2020) con 4.126 ktep: il chilotep è un’unità di misura dell’energia che si riferisce a un multiplo di una tonnellata equivalente di petrolio e rappresenta l’energia ottenuta dalla combustione di una tonnellata di petrolio grezzo.
La seconda FER è l’energia solare con 2.145 ktep, mentre al terzo posto si posiziona l’energia eolica con 1.706 ktep, per un totale di 10.176 ktep di energia elettrica prodotta dalle FER nel 2020.
Gli obiettivi europei per le rinnovabili
Attraverso il piano Fit for 55, l’Unione Europea ha fissato l’obiettivo della riduzione delle emissioni di gas serra al 55% entro il 2030, oltre al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.
Per quanto riguarda le energie rinnovabili, l’obiettivo attuale dell’UE è rappresentato dal raggiungimento di una quota del 32% di FER nel mix energetico europeo entro il 2030, tuttavia il Parlamento europeo sta lavorando a una proposta di innalzamento di questo target al 45%.
Secondo gli ultimi dati Eurostat, nel 2020 il consumo energetico europeo è stato coperto in media per il 22,1% dalle energie rinnovabili, superando il target del 20%. A livello nazionale quasi tutti i paesi UE hanno raggiunto gli obiettivi per il 2020, nonostante esista una forte disparità tra gli Stati membri.
In particolare, si va dal Lussemburgo, con una quota di FER pari al solo 11,7% del consumo nazionale, fino ad arrivare alla Svezia, che raggiunge la soglia del 60,1% e alla Finlandia, che registra una percentuale del 43,8%. Per quanto riguarda l’Italia, nel 2020 il 20,4% dei consumi elettrici nazionali sono stati coperti dalle energie rinnovabili, una quota in crescita rispetto al 17,8% del 2018 e al 18,2% del 2019.
Quali prospettive per l’Italia?
Nonostante i buoni presupposti c’è ancora molto da fare per aumentare l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile. Per raggiungere i target europei per il 2030, infatti, l’Italia dovrebbe installare 70 GW di rinnovabili entro i prossimi anni, passando da una capacità di nuove installazioni di 0,8 GW del 2020 ad almeno 7-8 GW l’anno.
Considerando la stabilità della produzione di energia idroelettrica negli ultimi 15 anni e la saturazione nell’utilizzo dei corsi d’acqua, è necessaria una crescita sostenuta dell’eolico e del fotovoltaico per incrementare l’apporto delle FER.
Da uno studio di The European House – Ambrosetti, l’Italia potrebbe arrivare al 58% di autonomia energetica attraverso le rinnovabili entro una decina d’anni, superando considerevolmente gli obiettivi europei e rafforzando l’indipendenza energetica del Paese mediante l’uso delle risorse autoctone.
Allo stesso tempo, questo sforzo richiede un forte impegno da parte delle Istituzioni, dei cittadini e delle imprese, con una perfetta sinergia a livello nazionale e locale per promuovere una diffusione più veloce e capillare delle FER, in particolare lo sviluppo del fotovoltaico e dell’eolico su tutto il territorio italiano.