Scompare all’età di 85 anni Enzo Maiorca, il signore degli abissi
Siciliano di Siracusa, dove è poi spirato, classe 1931, bellissimo e caparbio, Enzo Maiorca ha scritto pagine storiche per uno sport che nasce nella notte dei tempi, come capacità di adattamento dell’uomo all’ambiente che lo circonda.
L’immersione in apnea, infatti, nasce per soddisfare il bisogno di cibo dell’uomo e, dai Romani in poi, come possibilità di boicottare le azioni degli avversarsi durante i combattimenti sul mare; da qui parte tutto, dall’amore per il mare, dalla lunga frequentazione che Maiorca ne ebbe e, soprattutto, dall’atteggiamento rivoluzionario di un uomo che spostò i limiti dell’umano, anno dopo anno.
Chi conosce questo sport sa bene che Maiorca stabilì un record toccando -45 metri nel 1960, e che si aprì una sfida con il brasiliano Santarelli, il quale, dopo pochi mesi, raggiunse i -46 metri; il primato ebbe breve durata perché, a distanza di due mesi, Maiorca spostò l’asticella raggiunge i -49 metri. La sfida di Maiorca non fu al mare, quanto piuttosto a se stesso, alla capacità dell’ uomo di raggiungere traguardi impensabili fino a quel momento. Una sfida che lo ha visto in prima linea fino al 1976, anno in cui abbandona l’apnea.
Pur non avendo mai abbandonato l’acqua, tornerà in apnea nel 1988 per firmare il suo ultimo record: -101 metri, senza mai dimenticare di insegnare -anche a chi non sapeva neanche tuffarsi- che il mare non è solo amore: è cultura per un popolo che vive in una terra circondata quasi completamente dal mare e, come tale, va rispettata tutelata e salvaguardata.
L’acqua gli fu amica sempre, e ora, che la Terra gli sia lieve.
La camera ardente è stata allestita nel salone “Paolo Borsellino” di Palazzo Vermexio. I funerali si svolgeranno probabilmente martedì.