Politica: Esce Giuliano Amato entra Paolo Benanti


Giuliano Amato, nomina, dimissioni, rancori e verità taciute

Nella sua lunga conferenza stampa la premier Meloni aveva criticato Giuliano Amato, in riferimento ad una sua intervista a Repubblica, in cui l’ex presidente della commissione sull’intelligenza artificiale avanzava preoccupazioni per il rischio di uno squilibrio nella Corte Costituzionale con la nomina di 4 giudici di area centrodestra e per la possibile emulazione del caso della Polonia.

Infatti, la corte costituzionale polacca ha creato una situazione vincolante al governo, che impedirà alla Polonia di soddisfare la multa imposta dall’UE, che si riferisce all’attività di sfruttamento della miniera di carbone a cielo aperto di Turów. Questa attività polacca era stata denunciata dalla Repubblica Ceca per i suoi effetti inquinanti.

Giorgia Meloni circa la nomina di Giuliano Amato: “Credo si sappia che la sua nomina non è stata una mia iniziativa

Sulla nomina di Amato a presidente della Commissione algoritmi, incaricata di indagare i rischi dell’Intelligenza Artificiale sul mondo dell’informazione, istituita dal Sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri con delega all’editoria e all’informazione, Alberto Barachini, la presidente del Consiglio Meloni ha detto testualmente: “Credo si sappia che la sua nomina non è stata una mia iniziativa“.

In effetti già ad ottobre quando c’è stata la nomina, Giorgia Meloni non fece nulla per nascondere la sua irritazione, per l’incauta scelta fatta da Barachini. Giuliano Amato a questo punto ha ritenuto di dimettersi, esprimendo la motivazione, con le seguenti parole: “È una commissione della Presidenza del Consiglio e visto che la mia nomina non risulta essere un’iniziativa della presidente del Consiglio lascio senz’altro l’incarico”.

Comunque ben oltre la contrarietà della premier Meloni, la nomina di Amato era già stata accolta con scetticismo, stupore e un malcelato fastidio da una buona parte della comunità scientifica e tecnologica, in considerazione dell’età avanzata di Amato, quasi 86 anni, e dell’esplorazione delle nuove frontiere dell’innovazione tecnologica, un focus che non si lega al suo pur straordinario curriculum.

Secondo la Meloni, avrebbero potuto guidare quell’organismo con uno slancio maggiore e una sensibilità all’innovazione tecnologica ben superiore alla sua, un’altra tipologia di professori per età e specializzazione. Il costituzionalista potrebbe pure, non aver ancora digerito la mancata elezione a Presidente della Repubblica, esprimendo rancore verso i grandi elettori, che gli hanno preferito Mattarella o altri candidati.

Nel giugno scorso, con l’ex presidente della Corte Costituzionale Franco Gallo, l’ex presidente del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno e l’ex ministro della funzione pubblica, Franco Bassanini, Amato si dimise pure dal Comitato per l’individuazione dei Lep, Livelli essenziali delle prestazioni.

Ci sono persone che sanno cosa è accaduto quel 27 giugno 1980 nei cieli italiani”

Il comitato serve per qualificare i lavori parlamentari, per la riforma sull’autonomia differenziata del ministro Calderoli. Le sue dimissioni sono state interpretate come un tentativo politico di bloccare questa riforma, che la Lega porta avanti da tempo e sulla quale sarebbe stato piuttosto opportuno trovare convergenze trasversali, sia a destra, che a sinistra, evitando divisioni ideologiche e territoriali.

Inoltre Amato suscitò clamore a proposito della strage di Ustica, quando espresse testualmente: “Ci sono persone che sanno cosa è accaduto quel 27 giugno 1980 nei cieli italiani. Gli eventuali reati commessi sono ormai caduti in prescrizione e queste persone non rischiano nulla e non hanno più niente da perdere. È ora che dicano la verità”.

Bisogna però chiedersi perché Amato parla solo ora e non fa lui i nomi di queste persone (?). Il Copasir lo convocò nell’ottobre scorso e lo mise sotto torchio per due ore, ma senza risultato, e l’ex Presidente della Consulta avrebbe accreditato la pista del missile francese, che però si è rivelata infondata già negli anni passati, senza fornire ulteriori argomentazioni a sostegno.

“Un politico rancoroso”

Giuliano Amato è riuscito ad essere un uomo buono per tutte le stagioni, della Prima Repubblica, ma anche della seconda, provando ad esserlo anche della terza, rinnegato il suo passato e mostrato profonda ingratitudine nei confronti di Bettino Craxi di cui è stato delfino politico.

La figlia di Craxi, Stefania, attuale senatrice di forza Italia, in una recente intervista tra le altre cose ha detto: “Quando esplosero i primi scandali, a Milano e a Torino, mio padre mandò Amato come commissario. Craxi fu condannato, perché non poteva non sapere. Amato poteva non sapere? Ad Hammamet non l’abbiamo mai visto”.

Secondo Stefania Craxi Amato accoltellò il padre Bettino senza pietà, prendendo le distanze da lui e da tutte le scelte politiche da lui compiute, per godere di vantaggi politici e di favori da parte del partito democratico della sinistra. Secondo la senatrice Craxi Giuliano Amato sarebbe un politico rancoroso, che non riesce ancora a trovare pace e che utilizza la tattica delle esternazioni avvelenate, per fare del male proprio a quelle istituzioni, che si vanta di servire e di rispettare.

Padre Benanti, l’unico italiano membro del Comitato sull’intelligenza artificiale delle Nazioni Unite

Dopo le dimissioni di Amato, il nuovo Presidente della Commissione Intelligenza artificiale per l’informazione, ottiene il beneplacito della presidenza del Consiglio, con la nomina del Professore della Pontificia Università Gregoriana, Padre Benanti.

Paolo Benanti, nasce a Roma il 20 luglio 1973, ed è un presbitero e teologo italiano del Terzo ordine regolare di San Francesco, ma soprattutto è l’unico italiano membro del Comitato sull’intelligenza artificiale delle Nazioni Unite.

Benanti è anche consigliere di Papa Francesco, sui temi dell’intelligenza artificiale e dell’etica della tecnologie, e dal 2008 è impegnato come docente presso la Pontificia Università Gregoriana, l’Istituto Teologico di Assisi e il Pontificio Collegio Leoniano ad Anagni.

Algoretica e algocrazia

Padre Benanti svolge con regolarità corsi istituzionali di morale sessuale e bioetica, e si occupa di neuroetica, etica delle tecnologie, intelligenza artificiale e postumano. Dal 2015 sta cercando di applicare e sviluppare, una struttura di base, un framework etico, per le intelligenze artificiali, sviluppando i concetti di algoretica e algocrazia.

Con il termine algocrazia viene descritto un ambiente digitale di rete, in cui il potere viene esercitato in modo sempre più profondo dagli algoritmi, cioè i programmi informatici che sono alla base delle piattaforme mediatiche, i quali rendono possibili alcune forme di interazione e di organizzazione e ne ostacolano altre”.

L’algor-etica invece è l’Indagine sui problemi etici, collegati all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Nel 2018 Padre Benanti è selezionato dal Ministero dello sviluppo economico come membro del gruppo di trenta esperti, che a livello nazionale devono elaborare la strategia nazionale sull’intelligenza artificiale, e la strategia nazionale in materia di tecnologie basate su registri condivisi e blockchain.

Blockchain significa letteralmente “catena di blocchi”, è una rete informatica di nodi,che gestisce in modo univoco e sicuro un registro pubblico, composto da una serie di dati e informazioni, come le transazioni, in maniera aperta e distribuita, senza che sia necessario un controllo centrale.

Nel 2019 Papa Francesco nomina Benanti Consigliere della Penitenzieria Apostolica, il più antico dicastero di Curia, il primo dei tribunali della Curia Romana, e l’11 novembre dello stesso anno lo nomina Consultore del Pontificio consiglio della cultura. Lo scopo è quello di “favorire le relazioni tra la Santa Sede ed il mondo della cultura, promuovendo in particolare il dialogo con le varie culture del nostro tempo, affinché la civiltà dell’uomo si apra sempre di più al Vangelo, e i cultori delle scienze, delle lettere e delle arti si sentano riconosciuti dalla Chiesa, come persone a servizio del vero, del buono e del bello”.

Benanti specifica, che il suo incarico all’Onu prevede tra i vari compiti, quello di valutare i rischi, non solo per le ineguaglianze che possono aumentare, ma perché specialmente nelle ultime forme di Intelligenza Artificiale, come con la ChatGpt, abbiamo una macchina che è capace di “narrare”, capace cioè di raccontare storie, e le storie possono contribuire a formare l’opinione pubblica. Questa macchina può essere utilizzata anche per scopi, che non sono propriamente positivi, come quelli di aumentare l’odio sociale o creare nemici laddove non esistono.

Questa macchina narrante può influenzare tanto l’opinione pubblica, ed è chiaramente una macchina da guardare con molta attenzione, soprattutto da parte di quegli organismi che hanno una volontà di collaborare a quella che è la pace globale o a un equo sviluppo. “La Chiesa si definisce come “esperta in umanità”, ed è un’istituzione che in quanto tale è presente ovunque nel mondo.

La Chiesa deve raccogliere e offrire quella che è la vita dell’uomo oggi, in tutte le sue grandi aspirazioni, i suoi sogni, ma anche in quelle che sono le sue fragilità e paure, è il primo terreno fertile sul quale la Chiesa offre una riflessione al mondo intero. Ormai dal 2020 il tema abita e tocca in più modi le riflessioni anche nella Santa Sede.

È chiaro che, come tutti i grandi temi, ha bisogno di maturare anche in questo incontro di questa ricchezza di umanità che viene dal basso, dalla presenza pastorale e da questa capacità di riflessione legata anche al Vangelo e alla riflessione teologica.

La cura della Casa comune e la fraternità

Questa grande attenzione avviene in un momento in cui il Santo Padre ha voluto dare grande rilevanza ad alcuni temi globali, come la cura della Casa comune e la fraternità. Cura della Casa comune e fraternità potrebbero essere due delle grandi prospettive, dove la Chiesa porta il suo contributo unico, originale e positivo a questo dibattito”.

Questo contributo di umanità, di un’umanità che si trova a vivere in un ambiente, in una casa che è il nostro pianeta, e che si trova a vivere da fratelli è un contributo di “umanizzazione” dell’Intelligenza Artificiale, cioè di trasformazione del progresso in autentico sviluppo umano, di cui c’è tanto bisogno oggi”.

 

(foto pubblica su Facebook)

 

 

 

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