Intervista esclusiva all’attore Fabio Mazzari che si è raccontato tra i ricordi più belli della soap Vivere e l’attuale emergenza sanitaria
Che ricordi ha di Vivere?
“Di Vivere ho ricordi molto belli. Intanto l’entrare a far parte di una grossa squadra ( 21 protagonisti ), dove le individualità, tipiche degli attori, riuscivano a fondersi in un quadro d’insieme, dove tutti gli interpreti riuscivano a definire e ritrarre il proprio personaggio, non in sé stesso, ma nel rapporto con gli altri.
Poi le storie che erano ( almeno all’inizio ) di grande impatto narrativo e di forte analisi della realtà sociale, nel descrivere la vita di 4 famiglie, diverse per ceto, abitudini e comportamenti.
Poi la troupe, i registi, i cameraman, gli scenografi, i tecnici, con cui si è familiarizzato subito, una grande tribù lunga dieci anni. Poi la location, bellissima, del lago di Como, la villa dei Gherardi, la locanda…
Infine il mio personaggio, Alfio, molto amato dal pubblico ( e da me ), che mi ha dato modo di raccontare emozioni, che fino ad allora avevo espresso solo a teatro, a un pubblico televisivo di milioni di persone. E poi anche la popolarità, che voleva dire l’affetto delle persone e la familiarità con loro”
Come sta trascorrendo questo periodo di quarantena?
“In realtà per me, in questa quarantena, non è cambiato molto. Da qualche mese mi occupavo della salute di moglie, che doveva essere operata e ora è in convalescenza. Quindi le mie abitudini sono praticamente rimaste le stesse, uscivo solo per fare la spesa o andare in farmacia. Ne ho approfittato per portare a termine un paio di progetti, fra cui un testo teatrale a due personaggi, che ho finito di scrivere e che parteciperà a qualche concorso ( quando riprenderanno ). E’ la storia di due ladri, in una stessa cella”
È rimasto in contatto con qualche collega di vivere? Vi frequentate ancora?
“No, per la verità, a parte Giorgio Biavati ( con cui poi ci sentiamo più che altro al tel. ) non sono rimasto in contatto con nessuno. Anche perché vivono tutti a Roma e io invece, ora, a Torino. Qualche volta ci sentiamo con Fiorenza Marchegiani”
Un suo pittore preferito?intervista
“E’ un po’ difficile rispondere a questa domanda, perché i pittori che mi piacciono sono più d’uno. Da Morandi a Burri, da Pollock a Bacon, a Schifano. Forse potrei dire David Hockney. Fra i pittori classici direi Piero della Francesca”
Un regista o collega con il quale le piacerebbe lavorare in un futuro?
“Beh, anche qui non è facile rispondere. Mi piacerebbe lavorare certamente con il grande Toni Servillo, con il fantastico Favino, con Bentivoglio, Albanese, ma sono tanti..Con il mio amico Giordano Petri, per cui ho scritto il testo teatrale. Come regista, non c’è dubbio che sarebbe bellissimo se Sorrentino mi chiamasse..E poi spero che il mio amico regista Luca Guardabascio riesca a realizzare quei progetti, che mi vedrebbero coinvolto”
La prima cosa che farà alla fine di questa emergenza sanitaria?
“Non appena mia moglie sarà in grado di uscire, farò con lei una lunga passeggiata sulle rive del Po, una cosa che lei desidera tanto. E poi andrò al ristorante e finalmente mi farò servire, perché in questi mesi non ho fatto altro che cucinare”
Progetti futuri?
“Nel futuro immediato terrò uno stage a Eboli su Shakespeare ( non appena si sbloccherà la situazione della scuola ). Poi vedremo quale sarà la sorte del mio testo teatrale ( dove io sono uno dei due ladri ), che sta interessando alcuni operatori ( e vedremo ovviamente quale sarà la situazione di tutto il teatro italiano ) E infine parteciperò a un film su Nietzsche, per la regia di Luca Guardabascio”
Un saluto ai lettori di Magazine Pragma?
“Infine un caro saluto e un abbraccio a tutti i lettori di magazine pragma, sperando di incontrarli presto a teatro. Non appena si potrà uscire, ovviamente. Manca poco. Per intanto leggete qualche buon libro, magari anche un bel testo teatrale”
Patrizia Gallina