Violenza: metodo educativo?
Una società civilizzata non dovrebbe mai educare con la violenza ma con dolcezza e con sistemi educativi consoni all’ età evolutiva in cui viviamo. Facendo un tuffo nel passato, ci rendiamo conto che, a partire dalle civiltà più antiche, la pratica della violenza educativa era usata. Scritti che testimoniano modelli educativi ormai obsoleti e da rabbrividire fanno parte della storia dell’umanità, come Aristotele (384-322 a.C.) che pensa che l’educazione debba essere “accompagnata da dolore” e che il bambino che tiene un comportamento indesiderabile deve essere “disonorato e picchiato”.
Una descrizione ci viene data anche da Sant’Agostino (354-430), uno dei Padri della Chiesa, che nel primo capitolo delle sue Confessioni ci ricorda come a scuola veniva punito con delle pene corporali . L’usanza di picchiare i bambini è molto antica purtroppo, già proverbi egiziani consigliano di picchiare i bambini. Esempi di questo genere sono migliaia nel corso dell’evoluzione dei modelli educativi. Pedagogisti di ogni nazione hanno sciorinato metodi più consoni alla crescita di fanciulli ma nonostante le punizioni corporali nelle scuole siano state messe al bando (in 102 Paesi) a partire dal 1979 -anno in cui la Svezia per prima ha votato per il suo divieto- esse si verificano ancora. L’educazione impartita attraverso “scappellotti” o “sculaccioni” accettata ancora da qualche genitore nella convinzione che siano mezzi innocui e giusti per educare i nostri bimbi, al contrario non sono privi di conseguenze anche gravi per il bambino.
I bambini che subiscono punizioni, da grandi hanno maggiori possibilità di diventare aggressivi e di sviluppare disagi psicologici. La punizione (castigo) è un metodo educativo di correzione spesso applicato dal genitore, dal docente nei confronti del bambino che è stata oggetto di controversie e messo in discussione da numerosi studi che hanno evidenziato le conseguenze disastrose e a volte irreversibili che un tale atteggiamento può provocare e la sua completa inutilità dal punto di vista educativo.
Nel corso della storia ci sono stati esempi di educatori importanti che si sono schierati contro ogni forma di punizione come modello educativo, come San Giovanni Bosco, educatore e fondatore dell’ordine dei Salesiani che si è schierato contro ogni forma di violenza sui bambini. Ci sono oggi per fortuna splendidi modelli educativi dove il bambino e le sue esigenze vengono al primo posto, come il metodo Montessori, dove bambino è lasciato libero di esplorare il suo mondo attraverso la curiosità che è il vero motore dell’apprendimento. L’importanza dell’ambiente organizzato a seconda delle esigenze del bambino sono alla base di un modello educativo sano e valido.
Il termine educare deriva dal latino educere cioè trarre fuori, tirare fuori ciò che sta dentro, quindi i modelli educativi devono indirizzarsi a promuovere dei progetti che mirino ad estrapolare e potenziare qualità e talenti inespressi dei bambini. Questo per realizzare dei progetti educativi che concorrono alla formazione di una società del futuro basata sul benessere, sulla cultura della reciprocità e sull’ evoluzione della specie basata su valori solidi.
In questo figure fondamentali oltre alla famiglia primo luogo di aggregazione , si presentano i docenti, gli educatori scolastici, i tutors, gli istruttori, i formatori e tutti coloro che esercitano professioni che mirano alla formazione.
E’ evidente quindi che il processo educativo è ad ampio raggio e racchiude tanti aspetti della persona, e mira al potenziamento dell’intelligenza creativa di ogni essere umano; eppure c’è bisogno di una giornata internazionale per ricordarlo a noi tutti.