“Il Conte del Grillo”


Dopo la guerra nel movimento arriva la pace, ma potrebbe essere solo una tregua tra il fondatore e l’ex premier diventato tale per volontà di Beppe Grillo, che come nel film di Sordi fa balzare a grandi onori non un Marchese, ma un Conte qualunque. I due ex contendenti si sono visti a pranzo a pochi passi da una delle tante ville del fondatore del movimento e apparentemente sembrerebbero essere tutte rientrate le questioni spigolose interne dello statuto e anche quelle della questione della giustizia, che investono i rapporti tra i 5 stelle e il governo Draghi.

Esulta Di Maio

Il più contento di tutti è il ministro degli esteri Di Maio, che in questa vicenda interna ha avuto il ruolo di mediatore tra le parti e di tessitore della pace e ha fatto un poco il ministro della giustizia dei 5 stelle, mettendo insieme le ragioni di Conte e quelle di Grillo, senza scegliere tra le due parti, ma agendo per ricostruire l’unità.

Tutti i parlamentari 5 stelle tirano un grosso sospiro di sollievo dopo i giorni di burrasca e preoccupazione per la guerra tra Grillo e Conte, soprattutto per la riforma della giustizia, presentata dal ministro Cartabia. Conte vorrebbe ancora smantellare la legge Cartabia, presentando una serie di sub-emendamenti e Grillo, pur essendo filo Draghi, ha promesso di lasciare sulla questione campo libero all’ex premier.

Insomma Conte, nonostante il moderatismo di Di Maio e il draghismo di Grillo, vuole andare avanti sulla strada della difesa dell’impostazione della legge sulla prescrizione dell’ex ministro Bonafede, anche a costo di mettere a rischio i rapporti tra il movimento 5 stelle e l’attuale governo.

Tutto diventa migliore dopo un bicchiere di buon vino

Per quanto riguarda lo statuto interno pare che a contribuire all’accordo sia stato il buon vino bianco toscano Vermentino e già nelle prossime ore sul sito del movimento sarà pubblicata la nuova carta che regola la vita dei 5 stelle. Successivamente dovrebbe essere indetto il voto degli attivisti del movimento sulla nuova piattaforma SkyVoteCloud per la ratifica dello stesso statuto.

La vera unità si è raggiunta sulla difesa del reddito di cittadinanza, minacciato dalla richiesta del referendum abrogativo proposta da Renzi, ma anche da diversi esponenti di tutti gli altri partiti, sia di maggioranza che di opposizione. Insomma sembra essere andato veramente bene questo pranzo della pace tra Grillo e Conte, già passato alla storia come “patto al vermentino” ,ma alcuni dettagli fanno capire che la spaccatura non si è completamente sanata.

Infatti lo statuto non scioglie tutti i nodi del movimento perché le candidature alle elezioni non le sceglierà Conte da solo, così come i tre vicepresidenti che potrebbero essere Paola Taverna, più contiana che grillina, ma anche le due esponenti simbolo Appennino e Raggi, che sembrano invece essere più schierate dalla parte del fondatore. Inoltre Grillo potrà nominare i probiviri e il comitato di garanzia, un dato che fa capire che seppure Conte avrà mano libera nel decidere la linea politica del movimento, potrà ancora essere sbattuto fuori dal fondatore, se non darà garanzie di condivisione della stessa linea con gli uomini del comitato scelti dal Beppe, evidentemente ancora più forte tra i due.


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