“I Talebani mentono, e la Francia non avrà alcun rapporto con il loro governo appena formato”, ha riferito il Ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian nella tarda serata di sabato, prima di recarsi domenica in Qatar per discutere le future evacuazioni di civili e di rifugiati dall’Afghanistan.
La presa di posizione del Governo francese, così netta e risoluta, fa sicuramente scalpore, e fa da contraltare alle posizioni caute, attendiste e possibiliste, espresse da altri Paesi, come ad esempio la Russia, la Cina, ma anche dall’Italia. “(i Talebani) Hanno detto che lasceranno partire liberamente alcuni stranieri e afghani e (hanno parlato) di un governo inclusivo e rappresentativo, ma stanno mentendo“, ha reiterato Le Drian a France 5 TV.
“La Francia si rifiuta di riconoscere o di avere qualsiasi tipo di relazione con questo governo. Vogliamo azioni concrete da parte dei talebani, e solo allora gli verranno concessi, e ne avranno bisogno, un po’ di respiro economico e di relazioni internazionali. Dipende esclusivamente da loro“.
Il Governo Macron ha provveduto ad evacuare circa 3.000 persone appartenenti al personale militare e civile, grazie ad una serie di “colloqui tecnici”, come sono stati definiti da numerosi portavoce dell’Eliseo, con i talebani, per permettere queste partenze e per minimizzare le difficoltà e le problematiche potenziali.
Le Drian, che si è recato, come accennato, questa domenica nella capitale qatariota Doha, ha riferito che al momento ci sono ancora alcuni cittadini francesi e qualche centinaio di afgani legati alla Francia che rimasti in Afghanistan, e che il Governo francese è risoluto nel riportarli a casa in maniera “sicura ed ordinata”.
La posizione intransigente assunta dall’Eliseo ha causato già le prime reazioni da parte della comunità internazionale, con, ad esempio, la Repubblica Ceca, la cui strategia era però già stata informalmente rivelata da tempo, che si è inserita nello stesso solco.
Un portavoce del Governo Ceco ha infatti confermato appena ventiquattr’ore dopo, nella giornata di domenica, che il Paese non riconoscerà i talebani “in nessun caso ed in nessuna circostanza“. Tuttavia, il Ministro degli Esteri, Jakub Kulhanek, ha aggiunto e chiarito in alcune dichiarazioni successive, che sarà ancora “sicuramente necessario” mantenere almeno alcuni contatti ed alcune “linee di comunicazione” con l’organizzazione di guerriglieri che il mese scorso ha preso il controllo dell’Afghanistan, come riferito anche da alcuni organi di stampa internazionali, come The Times, il Washington Post ed il russo Sputnik.
Le prime tessere del domino stanno, dunque, iniziando a cadere, l’Europa inizia a prendere una posizione netta nei confronti degli avvenimenti di Kabul, con una fiducia sempre minore nei confronti della vulgata proposta dai Talebani e nei confronti di questo loro nuovo, finora dimostrato solo a parole, approccio “riformista”. I fatti dimostrano, al momento, che la realtà è un’altra: le repressioni nei confronti delle manifestanti che chiedono maggiori diritti per le donne, le brutalità nei confronti dei giornalisti locali ed esteri, e le scene di tensione che si moltiplicano per le strade di Kabul, dipingono un quadro, al momento, assolutamente fosco della situazione attuale nel Paese mediorientale.