Il composito popolo di Cannes
Il Festival di Cannes, che ha riaperto i battenti dal 13 al 24 maggio, è una manifestazione che non finisce mai di stupire; oltre ad essere una prestigiosa rassegna dedicata al cinema internazionale che dura, più o meno ininterrottamente dal 1946, esso è da sempre un momento mondano di grande rilevanza, una vetrina per produttori e artisti che, in maniera crescente, si adegua alle esigenze della web communication con tutti gli strumenti che può mettere in campo.
Infatti, il nostro inviato al festival ha notato, fin dalle 16.00, la cospicua presenza di una folla di ragazzi e ragazze che -già vestiti in abito di gala e muniti di cartelli fai da te- stazionano (e questo accade ogni giorno) all’ esterno del Palais des Festivals, splendido edificio a cui si accede grazie alla Montée des Marches dopo il doveroso passaggio sul red carpet che fa da passerella alle scale che, per l’ appunto, conducono all’ interno delle sale di proiezione; questa pacifica invasione è dovuta alla ricerca degli inviti per assistere alle prime cinematografiche previste dal cartellone.
C’ è stata la ressa per Matteo Garrone che è il primo italiano ad affrontare il concorso con “The tales of tales”, un film di grandi immagini che parla di una cultura che ci appartiene, in quanto parte – e a ben donde- dall’ opera secentesca di Giambattista Basile, senza la quale la fiaba non avrebbe trovato una sua sistemazione organica. Proiettato alle 22.30, ha ricevuto una tiepida accoglienza dalla stampa. Stessa ressa avvenuta per Irrational Man, il nuovo film di Woody Allen con protagonisti Joaquin Phoenix, Emma Stone e Jamie Blackley.
Tutti cinefili, dunque? Lo speriamo, ma in realtà, per molti di loro lo scopo è la Montée des Marches e gli inevitabili selfies che -siamo certi- seguiranno e che inonderanno i social di belle fanciulle sorridenti ed emozionate, in pericoloso e instabile equilibrio sui loro tacchi 12. Chissà se questa folla festante è informata del fatto che quest’ anno, i vertici del festival, nelle persone del direttore del festival, Thierry Fremaux, e del presidente della manifestazione, Pierre Lescurre, hanno fortemente scoraggiato i selfie sul red carpet. Persino attori e attrici sono stati gentilmente dissuasi da quella che viene definita “una pratica ridicola”. Il motivo? I numerosi gruppi di fotografi e giornalisti a caccia di foto rallenterebbero la sfilata degli ospiti, in posa sul tappeto rosso. Figuriamoci se, oltre alle foto ufficiali, si attardano anche per migliorare l’ inquadratura dello smartphone per scattarsi i famigerati selfies.
Basteranno le bacchettate ad impedirglielo? Chi webrà, vedrà!
photo: Nicola D’ Auria