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E’ finito verso le 23.30 lo spettacolo del comico genovese che ha passato la serata tra il letto al centro del palco, con sfondo nero, e il girellare su e giù per le scale che portavano al palco, prendendo in giro gli spettatori nelle prime file, com’anche i ritardatari.
Sempre fatto, molto divertente e ha sempre successo tra il pubblico. Un signore in prima fila con borsello, sbeffeggiato perché riprendeva il suo monologo, a detta di Grillo con un telefono di 30 anni fa, era una cosa incredibile.
Gli innovatori, i geni, Leonardo docet, tutti, nella storia hanno avuto il ditino della critica, della comunità pronto a ballonzolare e a minacciare il possibile pur che smettessero di smuovere le coscienze, pur che lasciassero nell’ignoranza o, come diceva Celentano qualche anno fa, nella pubblica ottusità il resto della popolazione; che, essendo credulona, magari, sarebbe un problema, perché potrebbe credere che il reddito di nascita dovrebbe essere un diritto di tutti gli esseri umani che vengono al mondo e che lasciare all’essere umano la possibilità di vivere creando con la propria creatività e il proprio talento non sia un problema, non sia un privilegio, ma il dovere di ogni cittadino di questo mondo.
Che non dovrebbe avere un lavoro ma un reddito.
Insomnia perché Beppe, nelle notti tormentate dove, dice, l’unica fortuna del non dormire è quella che non morirà nel sonno; durante la notte, visto che, non dorme, esce per le città dove ha gli spettacoli, com’anche nella sua Genova, e incontra persone che per le ragioni più disparate sono sveglie, come lui. E da queste, essendo una spugna, come tutti gli artisti, assorbe le loro esperienze perché lui, quattro volte arrestato, si nutre di esperienze di altri, per raccontare, per diventare una persona migliore.
Racconta poi l’incontro con Casaleggio, persona illuminata, che avendo avuto, anche lui, tanto dalla vita ha pensato che sarebbe stato bello mettere a disposizione per gli ALTRI, della comunità, le proprie fortune, le proprie esperienze, per tentare di rendere questo mondo migliore.
Un racconto malinconico quando si addentra nella sua storia, da quando piccolo e apparentemente senza talento, inizio nell’officina del padre, a tentare di imparare il mestiere. Ma i danni, più che altro, creati, convinsero il vecchio Grillo a tentare di convincere il piccolo Grillo parlante a intraprendere strade diverse. Tentando con la scuola, le facoltà. Ma tutto andava male; unica fortuna la passione per la chitarra e l’amicizia con persone come Gino Paoli e Fabrizio De Andrè che gli consigliarono di andare a Milano dove c’èra una signora genovese che aiutava tutti, bastava essere genovesi. E si concedeva pure, la signora, peccato fosse 75enne! E li, improvvisamente, mentre faceva i suoi spettacolini entrò un certo Giuseppe Baudo, che poi lo portò in RAI e sappiamo tuti com’è andata. E quando finì, e perché finì. Perché non avrebbe dovuto parlare del referendum sul nucleare, e lo chiamarono i dirigenti RAI, di non farlo. E non l’avrebbe fatto, perché se l’era dimenticato. Ma puoi dire a un comico di non parlare di un certo argomento prima di una diretta?
Parlò solo di quello. Ma poi, vedendo agitazione tra gli stessi dirigenti, porte che sbattevano, Baudo che andava su e giù con la sua famosa camminata, e credendo di avere fatto un pasticcio, fece una battuta sui socialisti. E pensava di avere messo a tacere la problematica del referendum. Peccato che era la battuta sui socialisti che lo fece cacciare dalla RAI. Perché un certo Bettino, Presidente del consiglio, gli andò contro. E fu la sua fortuna perché più faceva battute sui socialisti più lo chiamavano; e faceva tanti spettatori ai suoi spettacoli, tantissimi. E per 12 anni fu allontanato dalla TV. Azzeccando anche il numero degli anni che sarebbe stato lontano dalla televisione, dicendolo, a mo di battuta. E fu così, proprio così!
La parte finale della serata è stata ascoltata quasi in silenzio, delle verità vere che sembravano quasi incredibili, delle realtà di paesi che generano la luce con i sistemi tecnologici moderni che in questo paese chiamato Italia, ma non solo, era quasi impossibile fosse vero come che lui, Beppe, l’illuminato, così urlato da uno spettatore, che da venti anni andava in giro con un’auto che si auto alimentava con energia solare era solo preso per pazzo. Ma così non era.
Si ringrazia sentitamente il Dottor Riccardo Sgualdini della Vox Day soc.coop. per l’accredito concesso alla ns. testata.