La Corea del Sud sta per concedere la piena soggettività giuridica agli animali per combattere gli abusi ed i maltrattamenti


Una storia dai risvolti inaspettati potrebbe scaturire, in Corea del Sud, dalla morte di Jin-hui, un cane Pomerania che è stato sepolto vivo e lasciato per morto, nel 2018, nella città portuale di Busan.

Nessuna accusa è stata presentata contro il suo proprietario dell’epoca, ma in conseguenza di quanto accaduto allora la Corea del Sud prevede adesso di modificare il suo codice civile, per concedere, come affermato dagli organi ufficiali, agli animali uno “status giuridico” completamente nuovo, in grado di tutelarli maggiormente, ha riferito a Reuters in un’intervista Choung Jae-min, il direttore generale del ministero della giustizia per la consulenza legale.

L’emendamento, che deve ancora essere approvato dal parlamento, step che sarà espletato, probabilmente, durante la prossima sessione regolare di settembre, renderebbe la Corea del Sud uno dei pochi paesi a riconoscere gli animali come soggetti giuridici, con pieno diritto alla protezione, al benessere e al rispetto della vita.

La spinta per l’approvazione dell’emendamento arriva mentre il numero di casi di abuso di animali è aumentato: 914 casi nel 2021 a fronte dei 69 nel 2010, dati pubblicati dai portavoce delle associazioni animaliste sudcoreane, con una generale crescita anche della popolazione che possiede animali, da 10 a 52 milioni.

La normativa in materia di protezione degli animali in Corea del Sud al momento afferma che chiunque abusi o commetta “crudeltà” sugli animali può essere condannato a un massimo di tre anni di carcere o multato per 30 milioni di won (circa 30.000 euro).

Tutto ciò è destinato a cambiare con il riconoscimento di questo novo status giuridico nei confronti degli animali, circostanza che darebbe modo ai giudici sudcoreani di agire in maniera radicalmente differente. Choung ha sottolineato che l’emendamento al Codice Civile aprirà anche la strada a provvedimenti successivi, come ad esempio pacchetti di assicurazione sulla vita per gli animali oltre all’obbligo di salvare e denunciare la presenza di animali moribondi o morti sulle strade.

È probabile che l’emendamento venga approvato, come osservato anche dal politico Park Hong-keun, che dirige il gruppo parlamentare per il benessere degli animali, poiché, al momento, in Corea del Sud  vi è un crescente consenso sociale sul fatto che gli animali dovrebbero essere protetti e rispettati come esseri viventi.

I gruppi per i diritti degli animali hanno accolto con favore il piano del Ministero della Giustizia, in seguito alle proprie richieste, risalenti ad anni orsono, di pene più severe per coloro che abbandonano o torturano gli animali, e chiedono di estendere i provvedimenti alla previsione di un divieto per la commercializzazione ed il consumo della carne di cane. “L’abuso, l’abbandono e la negligenza degli animali domestici non sono scomparsi dalla nostra società“, ha osservato Cheon Chin-kyung, capo di Korea Animal Rights Advocates.

Nonostante un leggero calo l’anno scorso, l’abbandono di animali in Corea del Sud è salito a 130.401 nel 2020 da 89.732 casi nel 2016, come evidenziato dall’Agenzia per la tutela degli animali e delle piante. Si stima che in Corea del Sud vi siano al momento 6 milioni di cani da compagnia e 2,6 milioni di gatti.

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