La crisi politica verso la risoluzione, ma emerge la pochezza dei partiti attuali


<strong>Crisi politica in Italia – Mentre avanza il lavoro del presidente incaricato Mario Draghi, dopo i fallimenti di Giuseppe Conte di sostituire Italia viva di Renzi con i responsabili e quello dell’esplorazione del presidente della Camera Fico di rimettere insieme la vecchia maggioranza, si riflette sullo stato attuale delle formazioni politiche.

L’Italia, un paese in cui gli intelletuali si dileguano

Dalla creazione della Repubblica i presidenti del consiglio sono stati il frutto della scuola democristiana con una solida esperienza organizzativa e politica o come Moro e Fanfani professori universitari comunque provenienti dall’associazionismo cattolico. Da tangentopoli in poi invece la classe politica si è abbassata notevolmente di qualità per una scadente selezione dei parlamentari dovuta ai partiti e alle pessime leggi elettorali.

Una miseria politica che come dice anche Ernesto Galli della Loggia nasce da quello che è diventata l’Italia negli ultimi decenni, un paese in cui gli intellettuali si dileguano, le relazioni sociali si appiatiscono e le istituzioni scolastiche non riescono più ad essere incisive. Da questo si capisce come le forze politiche non possono guarire l’Italia perché sono parte della sua malattia che è giunta al punto di una certa gravità.

Per cercare di guarire ci vuole un bravo medico ed il presidente incaricato Draghi è riconosciuto da tutti come all’altezza della gravità del morbo. Quindi è giusto aspettarsi che trovi il sostegno di tutte le forze politiche e non solo di quelle che si ritrovano in un filone prettamente europeista come sono PD, Forza Italia e i loro alleati minori.

Il movimento cinque stelle che ha la maggioranza relativa in parlamento ha già cambiato più volte atteggiamento rispetto alla questione europea, votando anche a favore delle politiche decise dalla Commissione europea, tanto che si definisce maggioranza Ursula, quella che lo comprende assieme alle forze che nel parlamento europeo hanno sostenuto la presidente tedesca della Commissione Ursula Von der Leyen. Quindi solamente la Lega e Fratelli d’Italia potrebbero ritenere un governo Draghi troppo europeista, ma potrebbero comunque sostenerlo o facilitarne la nascita con un’astensione benevola, nell’interesse nazionale per spendere bene i soldi del Recovery plan e rilanciare l’economia italiana.

Crisi politica – Governo Draghi: Politico? Tecnico?

Il dibattito è sulla questione del ruolo che deve avere il futuro governo Draghi, se esso possa essere più politico che tecnico politico e quindi anche con la presenza di ministri legati strettamente alle forze politiche. Il problema sarà quello di bilanciare le richieste di forze eterogenee e di distribuire i motivi di scontento.

L’esperto Draghi che già in passato ha dovuto affrontare imprese difficili, come governatore della banca comune europea e non solo, dovrà amalgamare forze alternative nel modo più equanime possibile con la consapevolezza però che è l’unica strada percorribile, considerando le valutazioni del Quirinale sull’impossibilità delle elezioni anticipate, fatto che avevo già ampiamente anticipato nei precedenti articoli.


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