La crisi venezuelana e le risposte internazionali


La risposta internazionale alla crisi venezuelana

Il governo venezuelano guidato da Nicolas Maduro ha ricevuto un segnale forte di sostegno alla sua sovranità durante lo svolgimento del Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite (ONU) dove 19 paesi su un totale di 35 hanno espresso la loro opposizione alla intromissione negli affari interni della nazione sudamericana per sostenere un processo di dialogo pacifico tra le parti.

Una seduta convocata su richiesta del Segretario di Stato statunitense Mike Pompeo, per tentare di ricevere un consenso internazionale, per legittimare un’ingerenza nel Paese.

Stati Uniti e alleati non hanno tuttavia raggiunto i loro obiettivi all’interno del Consiglio di Sicurezza. Tra i Paesi che hanno appoggiato gli USA ci sono: Argentina, Belgio, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Francia, Germania, Honduras, Panama, Paraguay, Perù, Polonia, Regno Unito. Mentre in appoggio del Venezuela si sono schierati: Antigua e Barbuda, Barbados, Bolivia, Cina, Costa d’Avorio, Cuba, Dominica, El Salvador, Guinea Equatoriale, Indonesia, Messico, Nicaragua, San Vicente y las Grenadinas, Suriname, Repubblica Dominicana, Russia, Sudafrica, Paraguay.

E l’Italia?

Il Governo italiano risulta diviso in merito alla crisi venezuelana. Il premier Giuseppe Conte, d’accordo con il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, spinge affinché l’Italia si unisca agli altri partner europei tra cui Francia, Germania e Spagna nell’ultimatum a Maduro. Per il ministro degli Interno, Matteo Salvini, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito avrebbero fatto bene a imporre l’ultimatum al Presidente venezuelano e auspica che il governo italiano abbandoni ogni prudenza e sostenga il popolo venezuelano e il suo diritto a libere elezioni e alla democrazia.

A frenare Conte e a fare da contraltare a Salvini (anche su questioni di carattere internazionale) sono ancora gli esponenti del M5S, partner di Governo, all’interno dei quali persiste una linea filo-Maduro. Sulle spalle di Conte pesano infatti le precoci fascinazioni per il chavismo di alcuni esponenti di spicco del Movimento.

Sul suo profilo facebook il Presidente del Consiglio ha deciso per una linea moderata e non sbilanciata scrivendo: “L’Italia sta seguendo con costante attenzione la situazione in Venezuela. Auspichiamo la necessità di una riconciliazione nazionale e di un processo politico che si svolga in modo ordinato e che consenta al popolo venezuelano di arrivare quanto prima a esercitare libere scelte democratiche. In questo momento è di fondamentale importanza scongiurare una escalation della violenza all’interno del paese e al contempo cercare di evitare che il Venezuela, attraverso l’impositivo intervento di Paesi stranieri, possa diventare terreno di confronto e divisioni tra attori globali. L’Italia sta con il popolo venezuelano e auspica per esso migliori condizioni di vita politica, sociale ed economica.”

La risposta del Venezuela

Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha respinto nel frattempo l’ultimatum di ieri dell’Ue che chiede di indire nuove elezioni o riconoscerà l’oppositore, Juan Guaido’, come legittimo presidente. Maduro ha considerato insolenti i Paesi europei affermando che nessuno può dare un ultimatum al Venezuela.

Intanto il paese sudemericano ha il totale appoggio di Cina, Russia e Iran. E, come per la Siria, con loro si schiera anche la Turchia, in teoria NATO e quindi nel campo occidentale. Un asse già visto quindi per la crisi siriana e che sembra riproporsi per quella venezuelana. Un fronte ben preciso, molto simile a quello che ha sostenuto in questi anni Bashar Al-Assad.

Nel frattempo anche Papa Francesco, in visita a Panama, ha fatto sapere di seguire da vicino la situazione e di “pregare per le vittime”.

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