La partita Italia Turchia non è solo quella degli europei


L’11 giugno si giocherà a Roma la partita valida per gli europei di calcio dopo il rinvio deciso nel 2020 per la pandemia, e sembra ci sarà anche il pubblico, ma attualmente le tensioni tra i due paesi non sono solo sportive.

La partita Italia Turchia non è solo quella degli europei

Dopo le parole dure usate dal presidente Draghi per il comportamento riservato alla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che era stata lasciata senza sedia durante il colloquio tra la UE e la Turchia nel maestoso palazzo presidenziale di Ankara, si è determinata una crisi diplomatica tra l’Italia e il paese turco, guidato da Erdogan.

Draghi ha definito Erdogan un dittatore, con il quale bisogna essere franchi nell’esprimere la propria diversità, anche se bisogna poi essere pronti a cooperare solo per assicurare gli interessi del proprio paese e l’ambasciatore italiano ad Ankara, Massimo Galani, è stato subito convocato al ministero degli Esteri dal capo della diplomazia turca Mevlut Cavusoglu, che ha alzato il tono dello scontro.

I turchi hanno rilasciato una nota, nella quale oltre a condannare con forza le parole di Draghi ritenute riprovevoli e fuori dai limiti, si chiede anche l’immediato ritiro delle affermazioni, brutte e sfacciate, del premier Draghi sul presidente Recep Tayylp Erdogan, che non sono conformi allo spirito di amicizia e di alleanza tra Italia e Turchia.

Solidarietà e vicinanza a Draghi

Il ministro degli esteri italiano, esponente di primo piano del movimento 5 stelle Luigi Di Maio, attualmente impegnato in Africa ha affermato di stare concordando con Draghi le iniziative opportune in questo momento particolarmente caldo sul fronte dialettico tra Italia e Turchia. Il partito di maggioranza della Lega ha espresso solidarietà e vicinanza a Draghi, condividendo che le intimidazioni e le discriminazioni del dittatore turco Erdogan sono inaccettabili e il segretario Salvini si è stupito delle reazioni di Ankara, perché si tratta di parole di pura verità.

Il vice presidente del Senato Roberto Calderoli si è detto orgoglioso di avere una personalità come Draghi come presidente del consiglio e la lega ha organizzato un presidio davanti all’ambasciata turca a Roma per esprimere solidarietà al presidente Draghi.

Insomma la temperatura è alta nello scontro diplomatico tra Italia e Turchia, che non si vedeva dai tempi del colpo di Stato, che diede il via da parte di Erdogan ad una lunga serie di arresti di attivisti del tentativo, ma anche di accademici e giornalisti in Turchia.

Dal palazzo di Ankara ai campi di calcio, diverse calde partite

Il 9 ottobre scorso c’era stato un incontro a Roma tra i ministri della difesa dei due paesi, che era stato definito positivo e costruttivo dall’esponente del PD, Lorenzo Guerini, che sembrava confermare le relazioni eccellenti tra Italia e Turchia.

Addirittura poi il ministro degli esteri Di Maio aveva assicurato l’impegno italiano a sostegno del dialogo tra Unione Europea e Turchia, sottolineando l’importanza dell’accordo in materia di immigrazione siglato tra Ankara e Bruxelles e dei rapporti commerciali tra Italia e Turchia. Di Maio aveva fatto motivo di grande vanto il dato che l’Italia sia al momento vil secondo partner commerciale della Turchia in Europa e il quinto in ambito mondiale e ora le parole del nuovo presidente del consiglio Draghi ne smentiscono clamorosamente non il fattore numerico ma l’aspetto valoriale.

Insomma si comincia a fare i conti con il diverso modo di trattare la politica estera di Draghi rispetto a Conte e ora le tutte le forze politiche di maggioranza dovranno confrontarsi con uno scenario diverso, nel quale l’Italia non solo si candida a battere sul campo calcistico la Turchia, ma anche a competere sul serio nelle questioni fondamentali quali il trattamento delle donne e la questione dei diritti civili.

Per contrastare Erdogan su questi aspetti sono tante le forze politiche sociali e civili di diversi paesi europei, che si stanno battendo per spostare da Instabul la sede della finale della attuale massima competizione calcistica europea per club, la Champions League. Insomma tra Instabul e Roma si giocheranno diverse partite calde sul fronte diplomatico e quando arriverà l’11 giorno all’Olimpico a prescindere dalla crisi pandemica sarà molto difficile vedere Draghi ed Erdogan seduti l’uno accanto all’altro stringersi la mano. Poi è chiaro che, nella politica come nel calcio i risultati delle partite spesso sono imprevedibili, e quindi potrebbe cambiare ancora la storia dei rapporti tra Italia e Turchia, che al momento della stesura di quest’articolo sono davvero molto tesi.

(foto pubblica su Facebook)


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