La scomparsa di Rino Zurzolo e l’eleganza della sottrazione


Scomparso Rino Zurzolo il 30 aprile a 58 anni.

Alla prima ora del 30 aprile Rino Zurzolo ha intrapreso la tournée extramondo con Pino Daniele e gli altri musicisti scomparsi in questi anni, lasciando un vuoto incolmabile nel mondo della musica e dei tanti amici che lo hanno conosciuto.

Con lui se ne va l’eleganza della sobrietà, il cancro ai polmoni ha vinto sulla minuta corporeità di Rino, sul suo modo di essere schivo ma al tempo stesso protagonista.

L’amicizia personale e professionale con Pino Daniele risale agli anni ’70, con la formazione del primo gruppo Batracomiomachia, l’esperimento insieme a Pino Daniele, Enzo Avitabile, Rosario Jermano, Paolo Raffone. Da quel momento in poi la sua vita fa parte della storia musicale contemporanea, eppure alla notorietà ha sempre preferito il riserbo.

I lavori discografici come bandleader di cui l’ultimo è ‘Rino Zurzolo Live in concert’ sono frutto di una ricerca musicale mai barocca ma sempre diretta, precisa ed elegante.

Dell’ultimo lavoro, la scelta di un live scaturisce dall’esigenza dell’immediatezza del messaggio che Zurzolo voleva far giungere all’ascoltatore, scremato del tecnicismo strumentale per riportare ad un’essenziale concetto musicale, dove il suo traguardo era quello di sintetizzarlo in poche note. La musica come voce narrante del suo lavoro senza l’artificio della registrazione in studio per giungere con maggiore forza al pubblico.

Questo era Rino, una trasparenza di intenti, dove il concetto di essenzialità era per lui di grande importanza.

Per comprendere meglio il modo di essere musicista di Rino Zurzolo, si può far ricorso alle parole rilasciate nelle interviste per il lancio del suo ultimo lavoro live, dove è emerso il suo pensiero musicale e personale:

Nei brani è presente un viaggio spirituale e musicale, una crescita e un po’ un ritorno a quello che mi appartiene musicalmente’ poi a proposito delle sonorità commentava:’ Il linguaggio sullo strumento è un suono che sto cercando perché per me la cosa più importante è il suono. Prima dividevo i suoni, cioè facevo un lavoro più legato al Jazz ora questa cosa si è talmente velocizzata e stretta, che sto cercando attraverso una nota, non attraverso un pezzo, ma che attraverso quella nota si possano sentire tanti stili musicali

Il fine di raggiungere il pubblico con la sua musica era il fine di ogni sua composizione ed esibizione: ‘ Per me la cosa importante è arrivare alle persone anche con una nota o con due note. Me ne accorgo se riesco a fare questo, per me è una realizzazione. La realizzazione di un musicista è quello di dare, di esprimere quello che uno ha da dire. Un concerto non lo fanno solo i musicisti è un’interazione tra i musicisti ed il pubblico quell’interplay  perché io sono fatto così’.

Come desiderio quello di poter fare sempre musica era il principale: ‘Il mio desiderio è quello di poter sempre fare musica. La musica non finisce mai è una ricerca continua, e diventare sempre più contenuto perchè man mano che vai avanti ti accresci interiormente, diventi potente nel senso che ti basta sempre di meno. Devi togliere, invece di aggiungere man mano che passa il tempo con tre note devi arrivare, cercare di arrivare con una nota. L’essenzialità, il concetto di minimalismo, quello è la forma, per me oggi è questa è la musica.

Dei rapporti con gli altri musicisti con i quali collaborava diceva: ’ Al di là degli interventi a Napoli, per ogni musicista la collaborazione è importantissima. Noi ci vediamo, abbiamo bisogno di vederci anche se non abbiamo dei concerti da fare, proprio per provare e per stare assieme ed il momento più bello delle prove è proprio quando stacchiamo e facciamo un intervallo. E’ un modo di essere che va al di là, perchè il rapporto che c’è tra di noi è qualcosa di molto profondo, che poi viene fuori anche nei momenti quando si suona assieme’.

Rino ci mancheranno le tue note, precise ed efficaci, il tuo rigore e la ricerca di quella nota risolutrice.

I funerali si svolgeranno il 1 maggio alle ore 11,00 alla Chiesa degli artisti di Napoli ovvero Chiesa San Ferdinando a Piazza Trieste e Trento.

Foto di copertina di Pasquale Fabrizio Amodeo

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