Politica: L’anatra zoppa in campo basso

L’espressione “anatra zoppa” traduce l’originale della lingua inglese “lame duck”. L’uso figurato di questa espressione “lame duck” è attestato già a fine Settecento, presso la Borsa di Londra, perché era il soprannome infamante, che era riservato agli intermediari, i cosiddetti broker, che non riuscivano a pagare i propri debiti.

Al significato di persona inetta e irresoluta, successivamente nel linguaggio giornalistico si è aggiunto il fenomeno caratteristico del mondo politico statunitense, che si verifica quando il presidente, designato prima con il sistema anglosassone delle primarie e poi eletto, vede limitato il propria specchio d’azione da una maggioranza a lui ostile nel Congresso, il parlamento americano.

L’anatra zoppa in Italia

In Italia, invece, il termine anatra zoppa è usato per indicare un sindaco che, pur avendo ricevuto la maggioranza delle preferenze elettorali da parte dei cittadini, si ritrova a guidare un consiglio comunale, la cui maggioranza è rappresentata da liste, che hanno sostenuto un altro candidato alla poltrona di primo cittadino.

Praticamente è il caso che si è verificato a Campobasso, dopo l’esito dell’ultimo turno di ballottaggio, nel quale Marialuisa Forte è risultata la nuova sindaca del capoluogo molisano. Nel ballottaggio Forte ha superato l’avversario di centrodestra, Aldo De Benedittis, ma per effetto del risultato del primo turno, nel prossimo Consiglio comunale di Campobasso ci saranno 17 consiglieri di centrodestra e solo 15 di centrosinistra più la Sindaca.

“L’anatra zoppa” si è verificata, perché nel primo turno degli inizi di giugno le liste di centrodestra hanno superato il 52 per cento dei consensi, mentre per effetto del voto disgiunto, il candidato sindaco De Benedittis era rimasto sotto il 48% dei consensi. Il ballottaggio del secondo turno ha premiato la coalizione di centrosinistra, che tiene insieme Partito democratico, il movimento 5 Stelle, Verdi-Sinistra e anche il Cantiere Civico, alleatosi al secondo turno dopo aver raccolto quasi il 20% dei consensi l’8 e 9 giugno.

La sindaca Forte ha ottenuto precisamente il 50,97%, mentre De Benedittis il 49,03%, con una differenza tra i due candidati di 399 voti. Al termine dello scrutinio, Marialuisa Forte, visibilmente commossa, ha rilasciato le sue prime dichiarazioni da sindaca, dedicando la vittoria ai genitori, mentre De Benedittis, pur complimentandosi con lei, ha annunciato un’opposizione dura e “senza sconti” in Consiglio comunale, e non ha escluso la possibilità di presentare un ricorso elettorale sulle tante schede nulle, riscontrate al primo turno.

Dall’anatra al salto della quaglia?

Marialuisa Forte ha 61 anni, la sua professione è quella di dirigente Usr, cioè dell’Ufficio scolastico regionale, ed è alla sua prima esperienza in politica. Tra le priorità del suo programma elettorale, gli elettori evidentemente hanno apprezzato il salario minimo garantito, l’introduzione dei patti sociali, l’istituzione degli uffici di prossimità nelle periferie e contrade di Campobasso. Nei prossimi giorni bisognerà capire se Forte riuscirà a recuperare una maggioranza, che le consenta di governare, magari passando dal fenomeno dell’anatra zoppa a quello, più consueto in Italia, del “salto della quaglia”, ottenendo qualche ulteriore passaggio di consiglieri nel suo schieramento.

Prima donna eletta sulla poltrona di primo cittadino

Marialuisa Forte è la prima donna eletta a Campobasso sulla poltrona di primo cittadino, perché la sindaca uscente, Paola Felice, esponente del Movimento 5 Stelle, che ha guidato la città nell’ultimo anno, era solo una vice facente funzioni, essendo subentrata al sindaco Roberto Gravina, che era stato eletto consigliere regionale alle ultime elezioni molisane.

Proprio da Paola Felice è arrivata la seguente dichiarazione di auguri : “Formulo alla prima sindaca di Campobasso Marialuisa Forte e a tutta la squadra di centro sinistra le più vive congratulazioni, per il risultato raggiunto con l’auspicio, che si possa proseguire su quanto di buono fatto dall’Amministrazione del movimento 5 Stelle, in questi anni di governo del capoluogo molisano”.

Se però dovessero arrivare le dimissioni contemporanee di tutti i consiglieri del centrodestra, che, in seguito all’esito del primo turno, rappresentano la maggioranza a Palazzo San Giorgio di Campobasso, ci sarebbe l’immediato scioglimento del consiglio comunale, e il conseguente commissariamento della prefettura.

Infatti Aldo De Benedittis, candidato sindaco del centrodestra, ha già ventilato questa ipotesi, nel commentare il risultato di Campobasso, ma nello stesso tempo non ha escluso un ricorso, dichiarando testualmente : “Probabilmente faremo ricorso, perché 700 schede nulle e tante ‘dubitabili’ contestate, ma non assegnate, andranno verificate dagli organismi giurisdizionali preposti. Il ricorso non avrà tempi brevi e anche se durerà almeno un anno, come nei casi analoghi precedenti, in cui l’ho proposto come avvocato, non ho intenzione di tirarmi indietro proprio questa volta, in cui sono coinvolto personalmente”.

Il ballottaggio nelle altre città

Per quanto riguarda le altre città importanti coinvolte dal turno di ballottaggio, il Partito Democratico e gli altri partiti di centrosinistra hanno vinto nei capoluoghi di regione Firenze e Bari. Per la precisione, Il PD insieme al Movimento 5 Stelle ha vinto in tre città, mentre la coalizione di centrodestra ne ha vinte cinque, mentre in altri due casi ha vinto invece un candidato civico. Al primo turno delle elezioni comunali, tenutosi l’8 e il 9 giugno insieme alle elezioni europee, il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle avevano vinto in otto capoluoghi, il PD con le altre liste di centrosinistra in altri due, mentre il centrodestra in cinque.

Nei ballottaggi il PD, insieme ad altre liste di centrosinistra e sinistra, ha vinto a Firenze, Bari, Potenza e Cremona. A Firenze l’assessora uscente agli affari sociali, Sara Funaro, ha ottenuto il 60,6 per cento dei voti, superando nettamente Eike Schmidt, l’ex direttore della Galleria degli Uffizi e candidato sindaco del centrodestra. A Bari Vito Leccese, ex deputato dei Verdi, ha vinto con il 70,3 per cento dei voti, prendendo addirittura più del doppio dei voti dell’avversario di centrodestra, Fabio Saverio Romito. A Potenza Vincenzo Telesca ha preso il 64,9 per cento dei voti, ribaltando il risultato del primo turno dove il più votato era stato Francesco Fanelli, sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. A Cremona ha vinto Andrea Virgilio, con il 50,4 per cento dei voti, che ha superato per meno di 200 voti il candidato di centrodestra Alessandro Portesani. Il PD e il Movimento 5 Stelle hanno vinto, alleati al ballottaggio, in tre città significative, a Perugia, dove Vittoria Ferdinandi ha preso il 52,2 per cento dei voti, battendo la candidata del centrodestra Margherita Scoccia, a Campobasso, come abbiamo illustrato in precedenza, e a Vibo Valentia con Vincenzo Romeo, che con il 53% ha battuto Roberto Cosentino, sostenuto da Fratelli d’Italia e Forza Italia.

La coalizione di centrodestra ha vinto in cinque città, a Rovigo, dove Valeria Cittadin, sostenuta anche dal partito di Carlo Calenda, Azione, ha preso il 58,2 per cento dei voti, sconfiggendo il sindaco uscente Edoardo Gaffeo del Movimento 5 Stelle; a Urbino, con il 52 per cento dei voti raccolto da Maurizio Gambini, che ha superato il candidato Federico Scaramucci, sostenuto dal centrosinistra e dal Movimento 5 Stelle; a Vercelli, con la vittoria di Roberto Scheda con il 54,2% dei voti, su Gabriele Bagnasco del centrosinistra; a Lecce, dove Adriana Poli Bortone ha vinto con appena un punto di vantaggio su Carlo Salvemini, sostenuto dal centrosinistra e dal Movimento 5 Stelle; e a Caltanissetta, dove Walter Tesauro ha vinto con il 54 per cento, superando Anna Maria Petitto del centrosinistra. Ad Avellino e Verbania hanno vinto al ballottaggio due candidati civici, non sostenuti da nessun partito a livello nazionale, con Laura Nargi, che in Irpinia ha battuto con il 51,8 per cento il candidato del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle Antonio Gengaro, grazie anche al sostegno della terza coalizione di centrodestra. Con la stessa percentuale, nella città piemontese è stato eletto sindaco Giandomenico Albertella, davanti al candidato del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle Riccardo Brezza, mentre in provincia di Napoli, a Torre Annunziata, anche per il ritiro durante la campagna elettorale del candidato di un centrodestra, e più a sorpresa a San Giuseppe Vesuviano, si sono registrate le vittorie delle coalizioni di centro sinistra.

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