Si racconta della Battaglia delle Termopili, avvenuta durante la Seconda Guerra Persiana. Il Re spartano Leonida, al comando di trecento guerrieri spartani, intercetta l’immenso esercito persiano al passo delle Termopili. Il re i suoi soldati sanno bene di essere condannati, il loro compito è quello di resistere affinché la flotta ateniese possa prepararsi.
Scritto da Frank Miller (Son City) e disegnato da Lynn Varley (all’epoca moglie di Miller), il fumetto è ispirato al film del 1962 “L’eroe di Sparta”.
La visione di questo film, il tipico degli anni ’60 lasciò, come disse lo stesso Miller, l’autore. Era infatti “abituato a leggere di storie di eroi che agivano per il bene e ricevevano, dopo ogni successo, il plauso della gente “. Vedere un film dove, alla fine, i buoni morivano, lo “sconvolse” in senso positivo. “Nei fumetti si legge il messaggio Il crimine non paga, ma il messaggio dovrebbe essere il crimine è sbagliato”.
Nella storia di Miller, infatti, la Grecia (ed in particolare gli spartani) rappresentato la civiltà che è venuta fuori dalle tenebre dell’ignoranza. Una civiltà che, nonostante sia ancora legata alle vecchie tradizioni, sta abbandonando le vecchie credenze che impediscono la crescita umana. Esemplare la scena degli Efori, i sacerdoti spartano. Disegnati come dei vecchi deformi, gli Efori, corrotti dai persiani, vogliono impedire l’impresa di Leonida per non perdere il loro prestigio.
Mentre i persiani, soprattutto l’Imperatore Serse, rappresentano la popolazione che schiavizza ogni cosa per il piacere della conquista. Non è un caso che Serse si definisca, e si comporti, come una divinità.
L’opera ricevette molte critiche per la poca veridicità storica. Due esempi lampanti: Serse è disegnato come un immenso uomo di colore pieno di piercing, mentre gli Efori furono i principali artefici dell’entrata in guerra degli spartani. Inoltre Miller fu accusato di razzismo. Infatti Serse sembra essere attratto sessualmente da Leonida e diverse organizzazioni videro il fumetto (e il film tratto dal esso) come una specie di “crociata” contro l’omosessualità e i neri.
Al di là di queste sciocchezze, cercare la veridicità storica in fumetti di questo tipo è stupido. Il fumetto è scritto bene, disegnato bene, colorato bene, è per un fumetto, a volte, tanto basta.
L’opera fu un gran successo tanto che furano tratti due film (uno del 2007, ed un sequel non eccezionale del 2014 L’alba di un impero), un videogioco per Play Station Portable e due fumetti comici scritti e disegnati da Leo Ortolani per la serie Ratman (299 e 299+1).
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