Le armi letali della Russia


Il conflitto tra Russia ed Ucraina non si placa, tornano le bombe su Kiev durante la visita del segretario generale dell’ONU Guterres, a poca distanza dall’ambasciata inglese. Si teme che Putin possa addirittura fare uso di armi letali, di nuova generazione, ma bisogna comprendere se si tratta di soluzioni belliche immediatamente utilizzabili o ancora in fase di verifica.

L’arsenale russo

Secondo il direttore del RID, la Rivista Italiana Difesa, Pietro Batacchi, la Russia potrebbe utilizzare i missili Sarmat, un’arma temibile, che ha la possibilità di coprire una distanza anche di diciottomila chilometri e che potrebbe essere equipaggiata con testate nucleari. I missili Sarmat potrebbero compiere “manovre evasive”, vale a dire spostamenti a velocità ipersoniche, per eludere completamente i sistemi di intercettazioni dei missili delle forze militari avversarie.

In teoria Putin potrebbe arrivare a colpire i paesi europei, anche Germania e Italia, e finanche gli stessi Stati Uniti d’America, ma l’arma potrebbe non essere ancora operativa e viene annunciato per il momento solo l’uso di test, seppure con grande enfasi, per utilizzare una forma di pressione politica e psicologica, soprattutto nei confronti dei paesi della Nato.

Sicuramente la Russia è dotata nel suo arsenale del missile ipersonico Kinzhal, che è in dotazione di una parte della sua flotta aerea e che può ingannare i sistemi di difesa, come avrebbe già fatto durante questa guerra in Ucraina.

Anche i sottomarini russi sarebbero dotati di missili molto potenti, denominati Poseidon, capaci di trasportare testate nucleari e di generare tsunami.

Insomma l’arsenale russo, secondo il direttore del RID Batacchi, sarebbe molto fornito con la disponibilità di armi molto temibili come i missili Kh505, il missile balistico intercontinentale Topol e il sistema Rs18, insomma si tratta di un sistema tecnologico russo efficace ed ammodernato.

Guerra Russia-Ucraina, la dotazione degli armamenti

Il bilancio della difesa di Mosca in effetti è di circa 80 miliardi di dollari e ben 30 di questi sono per lo sviluppo di armamenti nucleari, confermando il fatto che Putin abbia dedicato una minore attenzione allo sviluppo e all’ammodernamento degli armamenti convenzionali.

Questo dato spiega le difficoltà che l’esercito russo sta trovando nella guerra in Ucraina. L’arsenale nucleare, allo stesso modo della supremazia energetica, rappresenta per la Russia una questione strategica, da fare valere sia sotto l’aspetto politico che economico, nei confronti degli Stati Uniti e dell’Europa.

Comunque Baracchi assicura che pure la dotazione degli armamenti delle forze della Nato e degli Stati Uniti sia tecnologicamente molto avanzata e che all’Ucraina sono stati forniti missili Stinger e Javelin, sistemi di ultima generazione di grande efficacia e affidabilità.

La Germania e altri paesi europei, come la stessa Italia, stanno fornendo all’Ucraina armi vecchie, forse anche per svuotare i propri arsenali di “ferri vecchi” e dotarsi di sistemi più moderni, ma secondo il direttore del RID, queste armi convenzionali sono comunque utili all’esercito ucraino per difendersi dagli attacchi russi, perché per utilizzare le armi di ultima generazione è necessario fornire prima un addestramento adeguato.

Anche da questo punto di vista inglesi e americani starebbero fornendo un adeguato addestramento alle forze ucraine, soprattutto in riferimento ai sofisticati droni-kamikaze perché i negoziati di pace stanno diventando sempre più difficili e la guerra purtroppo potrebbe andare avanti ancora a lungo e sicuramente oltre le celebrazioni russe del 9 maggio della vittoria contro la Germania nazista nella seconda guerra mondiale.

 

 

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