L’ira del Vesuvio che colpì le città della zona del “Vesuviano”
L’ira del Vesuvio: Sono passati 1940 anni dal coltre buio, il cielo oscurato e la paura in gola. Quasi due millenni, eppure il ricordo dell’azione esplosiva e distruttiva del Vesuvio rimane vivido nel mondo grazie alle testimonianze archeologiche e storiche.
Secondo lo storico Plinio il Giovane era circa l’una del 24 agosto del 79 d.C. quando il Vesuvio esplose in tutta la sua potenza ( il “Nonum kal septembres“, cioè nove giorni prima delle Calende di settembre)
Era il momento del prandium quando i romani della zona del Vesuvio impallidirono dinanzi a uno degli eventi naturali più catastrofici della zona.
Nuovi studi e soprattutto nuovi rinvenimenti archeologici avvenuti nella Regio V di Pompei, pospongono la data dell’eruzione al mese di Ottobre. Le evidenze archeologiche: una moneta di Tito, il mosto in stato di invecchiamento e una scritta in carboncino in una delle case, attesterebbero come l’eruzione avvenne il mese successivo a quello definito dallo storico.
L’azione eruttiva ed esplosiva del Vesuvio coinvolse le zone e le vite degli abitanti di: Stabia, Pompei, Ercolano e Oplontis.
L’ira del Vesuvio, la lettera di Plinio il Giovane all’amico Tacito
Plinio il Giovane in una lettera inviata all’amico Tacito 30 anni dopo la tragedia, raccontò quello che apparve davanti ai suoi occhi durante l’eruzione del vulcano e di come lo zio Plinio il Vecchio trovò la morte nella città di Stabia dove si era rifugiato:
«… Si elevava una nube, ma chi guardava da lontano non riusciva a precisare da quale montagna [si seppe poi che era il Vesuvio]: nessun’altra pianta meglio del pino ne potrebbe riprodurre la forma. Infatti slanciatosi in su in modo da suggerire l’idea di un altissimo tronco, si apriva in diversi rami…»
L’eruzione durò due giorni, le maggiori perdite di vite umane si ebbe durante i flussi piroclastici e le città insieme ai suoi abitanti scomparvero sotto 10 metri di materiale eruttivo.
La città romana di Pompei, come cristallizzata al 79 d.C., mostra archeologicamente e visivamente ciò che fu.
Proprio nel giorno dell’anniversario del tragico evento, è stata posta la giornata gratuita al Museo (altre informazioni qui). I visitatori durante tale evento, potranno visitare: la Casa dei Vettii, , la Domus dell’Efebo, la Domus di Fabius Amandio e quella del Sacerdote Amandus.