Mattarella spacca 15


Il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella ha affrontato 15 argomenti nel suo tradizionale discorso di fine anno, e c’è stato un coro di consensi tra tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione. A questo punto, senza la polemica sulle parole del Presidente, non resta che il gioco dei numeri, lo spacca 15 appunto.

L’inventore del gioco che, poi sarebbe diventato un diffuso passatempo, è considerato Noyes Palmer Chapman, un postino di New York. La data dovrebbe essere il 1874, e il passatempo ebbe in effetti un notevole successo già alla fine dell’Ottocento e si propagò in tutto il mondo, come il “gioco del 15”.

Oggi addirittura pare che qualcuno sia capace di risolverlo in pochi secondi, ma in quegli anni lontani fu un vero e proprio rompicapo. È un gioco individuale e si fa su una scacchiera di 4×4, con dei tasselli numerati da 1 a 15, scorrevoli, e con la posizione in basso a destra, la sedicesima, vuota. Spostati e mischiati i tasselli, gli stessi vanno riordinati da 1 a 15 da sinistra a destra e dall’alto in basso. I tasselli si possono spostare esclusivamente in orizzontale e verticale.

Comunque la popolarità del “gioco del 15” la si deve a un giornalista americano, un certo Samuel Loyd, che studiò anche una versione leggermente diversa del gioco, tanto che nel 1878 offrì la somma di mille dollari a chi per primo fosse stato in grado di risolverla. Loyd sapeva in realtà che quella sua versione non era risolvibile e che quindi nessuno avrebbe mai potuto vincere i suoi mille dollari.

Ma la pubblicità è l’anima del commercio e il continuo parlare dell’enigma ne favorì la diffusione, così tanto che la casa che deteneva il brevetto, la “Embossing Company of New York”, raccolse i frutti economici della sua popolarità mondiale. Solo il “Cubo di Rubik” avrebbe superato il gioco del 15 o spacca 15, che dir si voglia, in termini di curiosità, interesse e fama in tutto il mondo.

Chissà se il capo dello Stato Sergio Mattarella nella preparazione del discorso di fine anno abbia pensato al gioco, giungendo alla trattazione di 15 argomenti in un tempo limitato di circa un quarto d’ora.

Il presidente dalle guerre in Medio Oriente e Ucraina, è passato per la prigionia in Iran della giornalista Cecilia Sala, soffermandosi poi sulle divisioni e le sfide globali della distribuzione della ricchezza e del cambiamento climatico. Da quelle globali Mattarella è passato alle sfide prettamente e italiane del divario tra Nord e Sud, crisi occupazionale e turismo, senza dimenticare come nei discorsi precedenti le morti sul lavoro, i femminicidi e la questione delle carceri, evidenziando in modo particolare il tema dei suicidi, l’impegno delle forze di polizia, per chiudere il suo discorso con i temi del disagio giovanile, lo sport e l’anniversario degli ottant’anni della Liberazione.

Il primo argomento nel discorso di fine anno non poteva che essere il dramma delle guerre in Medioriente e in Ucraina con le migliaia di vittime civili, che inevitabilmente e tragicamente turbano le coscienze. Il presidente della Repubblica ha adoperato le testuali parole : “Nella notte di Natale si è diffusa la notizia che a Gaza una bambina di pochi giorni è morta assiderata. Nella stessa notte di Natale feroci bombardamenti russi hanno colpito le centrali di energia delle città dell’Ucraina, per costringere quella popolazione civile al buio e al gelo”. “Gli innocenti rapiti da Hamas, e tuttora ostaggi, vivono un secondo inizio di anno in condizioni disumane. Queste forme di barbarie non risparmiano neppure il Natale e le festività più sentite”.

Il secondo punto toccato dal presidente della Repubblica riguarda la pace, ed è chiaramente collegato al primo, esprimendosi con le seguenti parole : “Mai come adesso la pace grida la sua urgenza. La pace che la nostra Costituzione indica come obiettivo irrinunziabile, che l’Italia ha sempre perseguito, anche con l’importante momento quest’anno della sua presidenza al G7. La pace di cui l’Unione europea è storica espressione”.

Per Sergio Mattarella la pace non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi, ma praticare il rispetto dei diritti umani, perché ogni popolo ha diritto alla pace, alla libertà e alla dignità.

Il terzo punto toccato dal capo dello Stato, subito dopo quello delle guerre in corso, è la prigionia della giornalista Cecilia Sala in Iran. Mattarella dichiara di interpretare l’angoscia di tutti per la detenzione di Cecilia Sala e nella stesso tempo la vicinanza, in attesa di rivederla al più presto in Italia. Il collegamento con la vicenda della giornalista arrestata segnala anche in questo discorso di fine anno il valore fondamentale della libera informazione. I giornalisti rischiano la vita per documentare le sciagurate guerre ai confini dell’Europa, in Medio Oriente, per rendere un servizio importante alla comunità internazionale.

Il quarto punto affrontato dal presidente nel suo discorso di fine anno è la convivenza, in un mondo segnato ancora da tante, troppe divisioni, che sono innanzitutto culturali. Mattarella esprime le testuali parole : “Quelle di questa sera sono ore di speranza nel futuro, nell’anno che viene. Tocca a noi saperla tradurre in realtà. Cosa significa concretamente coltivare fiducia in un tempo segnato, oltre che dalle guerre, da squilibri, da conflitti ? Vi è bisogno di riorientare la convivenza, il modo di vivere insieme”, “In questo periodo sembra che il mondo sia sottoposto a un’allarmante forza centrifuga, capace di dividere, di allontanare, di radicalizzare le contrapposizioni. Sono lacerate le pubbliche opinioni. Faglie profonde attraversano le nostre società. La realtà che viviamo ci presenta contraddizioni, che generano smarrimento, sgomento, talvolta senso di impotenza”.

Poi Mattarella si è soffermato sulle sfide a livello globale e nazionale. In un discorso da ottimo democristiano, come è sempre stato nella sua lunga esperienza politica, il presidente esprime concetti di giustizia sociale, condannando nella globalità del mondo attuale l’aumento esponenziale della ricchezza di pochissimi, a dispetto della povertà di tantissimi. La crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall’aggressione della Russia all’Ucraina sta costringendo anche l’Italia a provvedere alla difesa con  cifre record, molto superiori a quanto stanziato alla recente Cop 29, a Baku, per contrastare il cambiamento climatico. Ma è il clima e non certamente la guerra ad essere un elemento di vitale importanza per l’umanità.

Il climate change è stato il sesto punto chiave del suo discorso, affermando chiaramente come il mutamento del clima incida anche sugli eventi catastrofici che si stanno verificando negli ultimi tempi in Italia. Le alluvioni, ad esempio, non possono più essere considerati fatti straordinari, perché sono frequenti e a questo punto devono essere assolutamente prevenute. Il presidente della Repubblica ha cominciato la parte del discorso, più strettamente collegata alla situazione attuale, economica e sociale dell’Italia.

Mattarella si dichiara fiducioso nella scienza, la ricerca, le nuove tecnologie, perché possano portare a miglioramenti significativi per la cura di malattie ritenute inguaribili. Il presidente però, nello stesso tempo dichiara che, non si possono accettare le lunghe liste d’attesa, per esami che possono salvare la vita, se svolti in modo tempestivo. Non è accettabile che, tante persone siano costrette a rinunciare alle cure e alle medicine, mentre Mattarella ha evidenziato un miglioramento della situazione occupazionale. Il presidente ha riferito però che, per il lavoro persistono aree di precarietà e salari bassi di una diffusa cassa integrazione. l’Italia esercita una forza di attrazione, che si esplicita con i dati positivi dell’export dei suoi prodotti e del turismo.

Oltre le bellezze naturali, le sue città d’arte, e la sua cultura, ci sono quindi aspetti economici positivi, ma c’è anche il fenomeno sconfortante dei giovani, che continuano a lavorare all’estero. Secondo il presidente, i giovani italiani dopo essersi laureati troppo spesso non trovano alternative all’emigrazione. Inoltre tra settentrione e meridione c’è troppa disparità nella disponibilità di servizi, e a questo punto del discorso Mattarella tiene a parlare del fenomeno preoccupante della violenza giovanile, l’ottavo punto del suo ragionamento, che comprende bullismo, risse, e perfino l’uso di armi.

Un altro aspetto che preoccupa il capo di stato italiano è il consumo di alcool e di droghe, vecchie e nuove, che purtroppo si sta diffondendo a macchia d’olio tra i giovani e persino i giovanissimi. Secondo Mattarella il web ha grandi responsabilità, perché propone spesso modelli ispirati alla prepotenza, al successo facile, e addirittura allo sballo. Bisogna recuperare l’entusiasmo, la forza creativa, la generosità dei giovani italiani, ascoltando il disagio, che spesso manifestano, per dare risposte concrete alle loro esigenze e legittime aspirazioni.

La precarietà e l’incertezza che avvertono le giovani generazioni devono essere affrontate seriamente, perché si collegano alla problematica della denatalità. La parola “rispetto”, che “l’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani ha scelto come parola dell’anno 2025 è stata adoperata dal presidente della Repubblica diverse volte nel discorso di fine anno, anche per parlare del tema delle morti “bianche”, perché Il rispetto verso gli altri rappresenta il primo passo per rendere una società più accogliente, più rassicurante, e soprattutto più capace di umanità.

La civiltà di un popolo deve basarsi sul dialogo, la collaborazione, la solidarietà, e anche sul rispetto della vita e della sicurezza dei lavoratori. Mattarella ricorda la tragedia di Calenzano con cinque persone morte, ribadendo che non possono più bastare parole di sdegno, ma c’è l’esigenza di agire, con responsabilità e severità.

Nel punto del discorso dedicato alle carceri qualche forza politica di opposizione ha voluto vedere una velata critica alle parole del Sottosegretario di Stato alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, deputato di fratelli d’Italia, che aveva detto di volere non lasciar respirare i detenuti sui mezzi di trasporto.

Mattarella ha rimarcato come il rispetto debba esserci anche per le persone che si trovano in carcere, perché un numero alto di suicidi è indice di cattive condizioni di detenzione. La Costituzione italiana dedica alcune norme alla detenzione in carcere, dalle quali non si può prescindere, e il sovraffollamento va contrastato, perché rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale penitenziario. In effetti

Mattarella afferma chiaramente che, i detenuti debbano poter respirare un’aria diversa, da quella che li ha condotti alla illegalità e al crimine, e questo sembra appunto andare in contrapposizione con quanto dichiarato da Del Mastro sul fatto di non lasciar respirare i detenuti.

Mattarella esprime parole di rispetto e sostegno anche per gli operatori carcerari, e poi passa a parlare di quello nei confronti delle donne. Il capo dello stato sottolinea il “rumore delle ragazze e dei ragazzi che non intendono tacere di fronte allo scandalo dei femminicidi” e Sergio Mattarella ricorda l’orrore per l’inaccettabile sorte di Giulia Cecchettin e di tante altre donne uccise dalla barbarie di uomini che, non rispettando la libertà e la dignità femminile, non riescono in realtà neppure a rispettare se stessi.

Per Mattarella si deve parlare del protagonismo delle donne, e non più delle violenze subìte, e per fare questo è necessario agire, rifuggendo da egoismo, rassegnazione e indifferenza. Il presidente a questo punto del discorso elenca alcuni esempi virtuosi, a cominciare da quello del giovane Sammy Basso deceduto da poco dopo aver svolto nelle difficoltà della malattia una testimonianza importante di impegno, e di altri che, manifestano “un sentimento vivo, sempre attuale, dell’idea di Patria”.

Per questo aspetto particolare del discorso c’è stato l’apprezzamento della presidente del Consiglio e degli altri esponenti di Fratelli d’Italia, anche per il collegamento con quello manifestato dal presidente agli allievi della Marina militare, sulla nave Trieste, all’avvio del loro servizio per l’Italia e per i suoi valori costituzionali.

Secondo il presidente della Repubblica il “patriottismo è quello dei medici dei pronto soccorso, che svolgono il loro servizio in condizioni difficili e talvolta rischiose. Quello dei nostri insegnanti che si dedicano con passione alla formazione dei giovani. Di chi fa impresa con responsabilità sociale e attenzione alla sicurezza. Di chi lavora con professionalità e coscienza. Di chi studia e si prepara alle responsabilità che avrà presto. Di chi si impegna nel volontariato. Degli anziani che assicurano sostegno alle loro famiglie”. Ed è “patriottismo quello di chi, con origini in altri Paesi, ama l’Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi, ne vive appieno la quotidianità, e con il suo lavoro e con la sua sensibilità ne diventa parte, e contribuisce ad arricchire la nostra comunità”.

Per Mattarella è fondamentale creare percorsi di integrazione e di reciproca comprensione, perché in questi fattori si gioca il futuro della società italiana. Il tema della sicurezza riguarda sia cittadini che le forze dell’ordine, e deve essere assicurato il massimo sostegno alle vittime dei reati. Ma bisogna essere anche grati alle forze dell’ordine, perché rappresentano il presidio della libertà dei cittadini, riuscendo a garantire pure un contributo decisivo alla cornice di sicurezza italiana.

Mattarella ricorda anche i nuovi odiosi fenomeni delle truffe agli anziani, alle aggressioni via web ai ragazzi, alla violenza di strada, e anche contro questi crimini le Forze dell’Ordine sono fortemente impegnate. Alla fine il presidente della Repubblica ricorda pure i trionfi sportivi alle Olimpiadi e Paralimpiadi, rivolgendo un saluto alle donne e agli uomini di sport perché, oltre i successi ottenuto, hanno mostrato un bell’esempio di spirito sportivo, che travalica i confini stessi dello sport. L’ultimo pilastro del discorso, il numero quindici, spacca lo schermo degli spettatori, perché riguarda il ricordo della Liberazione.

Così il 2025 oltre ad essere il quadrato del numero 45, aritmeticamente parlando, celebra pure gli 80 anni della Liberazione. La liberazione dal nazifascismo rappresenta il fondamento della Repubblica e il presupposto della Costituzione, perché hanno consentito il riscatto all’Italia, riprendendo i fili della sua storia e della sua unità.

La ricorrenza è davvero importante e per Sergio Mattarella il richiamo alla liberazione va collegato anche a tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro e giustizia. Per il presidente sono questi i valori che, animano la vita del nostro Paese, le attese delle persone, e le nostre comunità. In un periodo complicato per il forte astensionismo Mattarella ricorda che la democrazia si rafforza solo attraverso l’ampia partecipazione dei cittadini al voto, e poi con la positiva mediazione delle istituzioni verso il bene comune perché, questo raggiungimento del bene della Repubblica è il compito alto che compete alla politica.

 

 

 

 

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