Dopo il previsto risultato intorno al 26 per cento in termini percentuali alle elezioni politiche e la conseguente vittoria della destra in tanti collegi maggioritari, Giorgia Meloni è impegnata a costruire la squadra, che dovrà presentare alle consultazioni con il Presidente della Repubblica.
Salvini dove lo metto?
Meloni deve innanzitutto risolvere la questione dei rapporti con la Lega e il suo leader Salvini perché, nonostante il suo deludente risultato elettorale che in termini percentuali non raggiunge il nove per cento, il segretario leghista sembrava aver minacciato l’appoggio esterno in caso di mancato riconoscimento del Viminale, anche se non lo rivendica più ufficialmente come durante la campagna elettorale.
Nel suo elenco di priorità per il nuovo governo ci sono però, sicurezza, legalità e blocco degli sbarchi per i clandestini e non si capisce se sia comunque un modo indiretto di reclamare per lui o il suo partito il Viminale o invece di recuperare il consenso che ha perso, in vista delle regionali in programma in primavera in Lombardia e Friuli Venezia Giulia.
Mettere Salvini al Viminale sarebbe problematico per una serie di motivi, la contrarietà di Mattarella per il processo per la vicenda Open Arms, i suoi rapporti con Putin nel recente passato, la presenza non puntuale negli uffici durante il primo governo Conte e per questo Giorgia Meloni potrebbe affidarsi al prefetto di Roma Matteo Piantedosi o a Giuseppe Pecoraro, uomo delle istituzioni ancora più vicino a fratelli d’Italia.
Meloni vorrebbe compensare la mancata nomina di Salvini al Ministero dell’Interno con quella allo Sviluppo Economico, al Lavoro, Infrastrutture o all’Agricoltura e anche il ruolo di vice presidente del Consiglio assieme al forzista Antonio Tajani.
In questa scelta si inseriscono le vicende interne alla lega con le richieste avanzate da Gian Marco Centinaio e Giancarlo Giorgetti. Al ministero dell’economia, secondo anche l’idea di Mattarella, bisogna nominare una figura di indiscusso valore e credibilità internazionale e potrebbe andare Fabio Panetta, membro del board della Bce o Domenico Siniscalco, ex ministro dei governi tecnici.
Il metodo Meloni
Il metodo della Meloni sarà quello di fare indicare ad ogni partito della sua coalizione una rosa di tre nomi per ciascun dicastero, che verrà assegnato, per scegliere i migliori possibili. Per la questione delicata di guerra a livello internazionale bisogna fare molta attenzione anche al ministero della Difesa e sono in corsa Adolfo Urso, Guido Crosetto, che però potrebbe diventare sottosegretario alla Presidenza e Ignazio La Russa per fratelli d’Italia e Antonio Tajani per forza Italia, che però se fosse nominato vice premier potrebbe accontentarsi di un ministero di minor prestigio.
Anche il responsabile degli Esteri è una nomina delicata perché sono in gioco i rapporti internazionali e le storiche relazioni con Stati Uniti ed Unione europea e come per il ministero dell’Economia potrebbero prevalere candidature tecniche come l’ex segretaria generale della Farnesina, Elisabetta Belloni o l’ambasciatore Stefano Pontecorvo.
Prima del nuovo governo vanno eletti i presidenti di Camera e Senato, perché solamente dopo Mattarella potrà avviare le consultazioni e dare l’incarico formale alla leader Giorgia Meloni, prima donna italiana a diventare presidente del Consiglio dei ministri. In un primo momento sembrava possibile la presidenza della Camera alle opposizioni, ma sembra prevalere al momento il gioco delle coppie tra gli alleati della maggioranza.
Al momento i papabili dovrebbero essere il leghista Roberto Calderoli al Senato e l’esponente di fratelli d’Italia, Fabio Rampelli alla Camera oppure l’ex capo gruppo di forza Italia Anna Maria Bernini al Senato e l’ex ministro della lega Giancarlo Giorgetti a Montecitorio.
Campo italiano rosa
In un periodo nel quale il campo italiano si colora di rosa con la nomina di Samantha Cristoforetti al comando della Stazione spaziale internazionale e l’esordio nella direzione arbitrale di Maria Sole Ferrieri Caputi in Sassuolo Salernitana della massima serie calcistica, Meloni vuole inserire diverse donne nella sua squadra di governo. Letizia Moratti però sembra preferire le prossime regionali della sua Lombardia al ministero della Sanità, dove al posto dell’uscente Speranza potrebbe andare la forzista Licia Ronzulli, in alternativa a qualche virologo come Zangrillo. L’avvocata leghista Giulia Bongiorno potrebbe andare al ministero della Pubblica amministrazione, Eugenia Roccella, dirigente di fratelli d’Italia ed ex sottogretario alla Salute del governo Berlusconi a quello della Famiglia, mentre la leghista Erika Stefani potrebbe essere confermata al ministero per le disabilità. Infine potrebbero fare parte della squadra anche la forzista Anna Maria Bernini, se non dovesse essere eletta presidente del Senato e l’esponente di fratelli d’Italia Daniela Santanchè che potrebbe andare al posto del leghista Garavaglia al dicastero per il turismo