Della Murgia ho letto solo l’Accabadora e ne sono rimasta sopraffatta.Mentre leggevo pensavo:“Questa sí che é una scrittrice”.
La sua scrittura pregna, intensa, mi ha talmente invaso l’anima che ho avuto difficoltà a scrivere la recensione del libro.Oggi, a poche ore dalla morte di Michela Murgia, rileggo ciò che scrissi allora e ritrovo la mia ritrosia nell’esprimere un giudizio su una scrittura così evocativa, su un libro così meravigliosamente degno di essere chiamato “libro”.
Michela Murgia è stata un personaggio scomodo perchè argomentava in maniera arguta, perchè era mossa dalla passione, perchè aveva coraggio, perchè spingeva a ragionare.Confesso che non sempre sono stata d’accordo con lei.
Negli ultimi tempi, oltre al coraggio di sempre, era mossa anche dalla consapevolezza di non avere più tempo.Eppure ha pensato al futuro, quello che per lei non c’era più.
Ha pensato alla sua famiglia queer acquistando una casa che fosse comoda per tutti e ha pensato a garantire dei diritti a chi avrebbe lasciato per sempre sposando “in articulo mortis” Lorenzo Terenzi.Fino al suo ultimo giorno di vita, Michela Murgia ha pensato a costruire il futuro con il capo avvolto in un turbante ed un grosso sorriso che le illuminava il volto.
“a me piace attraversare strade che ancora non esistono per renderle sicure per chi passera’ dopo” (Michela Murgia).
Ciao Michela!
Grazie!
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(Foto profilo pagina Facebbok di Michela Murgia)