Crisi Russia – Ucraina: Putin mobilita 140 navi da guerra. Spagna, Canada e Paesi Baltici preparano gli eserciti

La Russia ha annunciato nelle ultime ore di aver mobilitato oltre 140 navi da guerra, 50 velivoli da combattimento, 1.000 mezzi pesanti ed altri 10.000 militari, secondo alcuni in risposta alle recenti dichiarazioni rilasciate dal Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, di cui Magazine Pragma vi ha parlato appena ieri.

L’imponente mobilitazione di uomini e mezzi è avvenuta, infatti, poco dopo la conferenza stampa tenuta dal Presidente Americano, il quale si è negli ultimi giorni detto “convinto” della ormai prossima decisione da parte di Mosca di far deflagrare definitivamente la crisi al confine Ucraino, procedendo ad una vera e propria invasione preventiva.

Il Cremlino fa sapere che tale massiccia manovra militare, con molte delle risorse che verranno indirizzate proprio nel bacino del Mar Nero, area strategica per la riuscita di un’eventuale operazione militare, rientra semplicemente nel piano di esercitazioni previsto dalle forze armate russe per l’anno corrente, senza alcun cenno, dunque, alla situazione assolutamente esplosiva che è andata progressivamente montando nelle ultime settimane, che toglie letteralmente il sonno al personale diplomatico di ogni ambasciata europea.

Mosca ha deciso di utilizzare infatti un approccio molto più “silenzioso” per provare a sbloccare l’impasse, lasciando che le proprie azioni parlino da sole, e limitando ogni forma di dialogo diplomatico con gli avversari di sempre su un piano che si potrebbe definire quasi “tradizionale”: nuove richieste nei confronti della NATO, che da sempre il Cremlino vede come una minaccia alla propria indipendenza ed alla propria stabilità nazionale.

Proprio quest’oggi, il Ministro degli Esteri russo ha infatti diramato una comunicazione stampa in cui Mosca richiede formalmente che le forze armate della NATO abbandonino con decorrenza immediata la Romania e la Bulgaria, imponendo di fatto agli Stati Uniti di rispettare le garanzie, fornite nel 1997, secondo cui l’Alleanza militare avrebbe evitato di estendere la propria influenza spostandosi verso i confini russi, garanzie che, va ammesso, non sono state di fatto rispettate.

I portavoce dei governi di Bulgaria e Romania, dal canto proprio, non si sono fatti attendere, ed hanno fatto sapere che i loro paesi determineranno in completa autonomia le proprie politiche estere e militari, e che sono risoluti nel voler rifiutare con forza ogni tipo di ingerenza straniera.

Il domino internazionale è tuttavia pienamente partito: molte forze armate dei paesi dell’area NATO stanno iniziando a mobilitarsi preventivamente, in vista della possibile concretizzazione dello scenario peggiore.

Il Canada, ad esempio, tramite il proprio Primo Ministro, Justin Trudeau, ha annunciato proprio oggi di aver sbloccato un pacchetto di prestiti finanziari, ammontanti a circa 120$ di dollari, volti a sostenere l’Ucraina ed a contribuire alla difesa della sovranità del paese esteuropeo. Trudeau ha affermato che “La Russia sta cercando di destabilizzare l’Ucraina anche e soprattutto da un punto di vista economico. Questo pacchetto di prestiti consentirà agli ucraini di resistere“.

Ma la risposta canadese non finisce qui: lo Stato nordamericano ha infatti nelle ultime ore disposto la mobilitazione di alcune navi da guerra, che si dirigeranno entro la settimana prossima proprio nel bacino del Mar Nero, per supportare le forze NATO ivi presenti.

Simili soluzioni sono state adottate anche dalla Spagna e dai Paesi Baltici: il governo iberico presieduto dal Primo Ministro Pedro Sanchez ha infatti confermato nelle ultime ore di aver anch’esso mobilitato delle navi da guerra, seguito a ruota dai governi di Estonia, Lituania e Lettonia.

Vedremo come andrà ad evolversi la situazione durante le prossime ore, l’unica certezza è che col passare dei giorni una soluzione pacifica appare essere sempre più complicata.

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