Si è spento nella sua casa milanese l’oncologo Umberto Veronesi, avrebbe compiuto 91 anni il 28 novembre. Ha dedicato la sua vita alla lotta ai tumori, presidente e fondatore della Fondazione che porta il suo nome.
È stato Fondatore e Presidente della Fondazione Umberto Veronesi istituita nel 2003 per sostenere la ricerca e la divulgazione scientifica. Ha ricoperto il ruolo di direttore scientifico emerito dell’Istituto Europeo di Oncologia, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano dal 1976 al 1994. Ancora Ministro della Sanità dal 25 aprile 2000 all’ 11 giugno 2001 e Senatore dal 2008 al 2011. La sua attività di ricerca è stata incentrata per decenni sulla prevenzione e sulla cura del carcinoma mammario, prima causa di morte per tumore nella donna. Ha ricevuto tredici lauree honoris causa, nazionali e internazionali. Difensore dei diritti degli animali, sostenitore del testamento biologico e dell’eutanasia.
Cordoglio da parte del mondo scientifico per un uomo simbolo che ha fatto della ricerca contro il cancro la sua missione di vita. Il messaggio simbolo, tra i tanti che stanno arrivando copiosi dopo la notizia della sua dipartita, è quello della sua fondazione che recita:
Fondazione Veronesi twitta alle ore 21.38 “Credere nella scienza significa credere nel futuro”. Oggi per noi è un giorno tristissimo, grazie per i tuoi insegnamenti #GrazieProf
È deceduto nella sua casa milanese circondato dai familiari, moglie e figli. Da alcune settimane le sue condizioni di salute si erano progressivamente aggravate.
“Tutti i malati oncologici, e AIRC in particolare, devono molto alla sua lungimiranza di medico e scienziato e alla sua instancabile tenacia nel perseguire l’obiettivo di terapie più umane, efficaci e accessibili a tutti” commenta il Presidente dell’AIRC Pier Giuseppe Torrani e aggiunge “ un medico parte di una generazione che hanno fatto la storia della medicina in Italia e che sono cresciuti all’interno dell’Istituto Tumori di Milano, il primo luogo di cura che ha approcciato la malattia oncologica con l’occhio della modernità”
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