Si era infittito sempre di più il mistero che ruotava intorno all’autore delle mail provenienti da un sito arabo che lunedì scorso annunciavano allo stabilimento Whirlpool di Ponticelli l’imminente esplosione di sette ordigni nascosti all’interno della fabbrica.
L’intera fabbrica di Via Argine era stata fatta evacuare nella immediatezza e sul luogo erano intervenuti gli artificieri dei Carabinieri.
Un lavoro certosino quello svolto dagli artificieri che al termine delle operazioni di bonifica, aveva escluso la presenza di qualsiasi ordigno esplosivo.
Risultava dunque falso il contenuto della mail proveniente dal sito arabo e delle lettere minatorie ricevute quasi in contemporanea dal capo del personale e dal direttore dello stabilimento di Via Argine.
Le indagini per l’identificazione dell’autore del folle gesto
Sulla vicenda le autorità competenti avevano mantenuto il più stretto riserbo, ma un dipendente della Whirlpool risultava essere il principale sospettato.
Messo sotto torchio dal P.M. Gianfranco Scarfo, l’uomo sul quale era caduti tutti i sospetti ha poi confessato.
Si tratta di un ingegnere della Whirlpool di Ponticelli, un uomo di mezza età e padre di famiglia.
«Mi dispiace, non so che mi è preso. Volevo fare solo uno scherzo», ha detto in lacrime.
Le accuse a suo carico sono quella di violenza privata e procurato allarme.
L’uomo rischiava anche l’aggravante della finalità terroristica, ma pare che non abbia collegamenti con l’Isis.
Le missive che lunedì mattina aveva fatto recapitare nelle mani dei dirigenti dello stabilimento richiamavano palesemente l’Islam ed inneggiavano alla morte in nome di Allah.
L’uomo, oltre alle lettere, aveva inoltrato anche delle email dal computer di casa sua e proprio questa sua ingenuità ha condotto i militari dell’Arma nell’individuazione del colpevole.
Il movente
L’uomo ha definito «uno scherzo» il suo gesto, ma resta da chiarire se il movente invece fosse un altro.
L’attività della fabbrica è rimasta ferma per tre giorni e l’inoperatività ha prodotto un danno economico rilevante all’azienda.
E’ da chiarire anche la circostanza che l’allarme sia stato procurato proprio quando stavano per concludersi le votazioni per l’elezione dei nuovo rappresentanti sindacali.
Si tratta solo di una coincidenza?
Insomma, la vicenda Whirlpool di questi giorni sembra un vero e proprio caso di spionaggio industriale.
Occorrerà attendere gli ulteriori sviluppi delle indagini per capire se si tratta solo di uno “scherzo” come l’ingegnere riferisce o c’è dell’altro.