Nel ricordo di Ottaviano Del Turco


Del Turco un socialista oscurato

Il ricordo di Gianfranco Piccirillo

Ottaviano Del Turco, scomparso alla soglia degli ottanta anni, era affetto dal morbo di Alzheimer all’ultimo stadio e aveva lottato per anni contro il cancro.Del resto l’ex presidente della giunta regionale del suo Abbruzzo era stato sempre abituato alla lotta, da quella attraverso la politica e i sindacati, alle battaglie nelle aule giudiziarie.

Del Turco è scomparso nella notte tra il 23 e il 24 agosto nella sua Collelongo, un piccolo comune abruzzese in provincia de L’Aquila, e può passare anche lui tristemente alla storia come uno dei socialisti, vittima della cattiva giustizia.Infatti come governatore dell’Abruzzo fu coinvolto in una inchiesta giudiziaria, e addirittura arrestato, un fatto che nel 2008, praticamente dichiarò la fine della sua lunga e prestigiosa carriera politica.

Fu messo alla gogna mediatica e per tanti anni ha dovuto combattere contro i sospetti e contemporaneamente anche contro le malattie.Il suo calvario giudiziario è durato dieci anni ed è culminato con la sentenza dell’11 ottobre 2018, quando la Corte di Cassazione lo ha condannato a 3 anni e 11 mesi di reclusione per induzione indebita, confermando la pena decisa nel 2017 dalla Corte d’Appello di Perugia nell’appello-bis.

Ma l’avvocato Gian Domenico Caiazza sul giornale Il Riformista tiene a spiegare bene la sua vicenda giudiziaria, in un lungo e dettagliato articolo, intitolato “Storia di un errore giudiziario: Ottaviano Del Turco è innocente, ecco perché”.L’avvocato Caiazza ha ricordato Del Turco come un galantuomo distrutto da una inchiesta giudiziaria insensata ed oscura, voluta ed orchestrata dalle cliniche private abruzzesi alle quali la Giunta regionale Abbruzzese, guidata dall’esponente socialista, aveva osato sottrarre oltre cento milioni di euro di prestazioni indebitamente accollate al Sistema Sanitario Nazionale.

L’ex direttore del Riformista Piero Sansonetti invece ha voluto definire come una vera e propria tortura, inflitta peraltro ad un uomo gravemente malato, la decisione dell’ufficio di presidenza del Senato, presa nel dicembre del 2020, di stabilire, che nel pieno dell’emergenza sanitaria per il Covid 19, andava tolto il vitalizio a Del Turco. Giuliano Cazzola ha voluto ricordare Ottaviano Del Turco come un bravo pittore e in effetti lo era stato, prima che la malattia prendesse il sopravvento anche sul pennello, la tela e la tavolozza.Insomma Del Turco fu volutamente “isolato e ignorato dal partito, che aveva contribuito a fondare, il PD” e così venne dimenticato da tutti tranne che dai familiari e dagli amici più stretti, venendo completamente escluso dalla politica attiva, che aveva rappresentato per decenni la sua ragione di vita.

Secondo Sansonetti, Del Turco fu vittima di un vero e proprio abuso, ossia la privazione del vitalizio, l’unica risorsa che consentiva ai suoi cari di curarlo e di assicurargli di sopravvivere con dignità.Ottaviano Del Turco iniziò la sua lunga attività sindacale nel 1968 nella federazione dei metalmeccanici, la Fiom, mentre nel 1983 diventò il numero due della Cgil prima con Luciano Lama e Antonio Pizzinato e poi con Bruno Trentin.

La sua carriera da politico ebbe inizio invece successivamente, negli anni novanta e dopo il terremoto di tangentopoli nel 1993 venne eletto segretario del partito socialista italiano, finendo per diventarne l’ultimo nella storia del Psi.Nel 1994 fu eletto alla Camera nello SDI, Socialisti democratici Italiani, e per quattro anni guidò come presidente la Commissione Antimafia.

Nel 2000 come esponente dell’Ulivo fu chiamato a ricoprire l’incarico importante di ministro delle Finanze nel secondo Governo Amato e nel 2004 venne eletto pure al Parlamento europeo.La terza fase della sua carriera politica è quella di amministratore e si aprì nel 2005 con l’elezione a presidente della Regione Abruzzo, per chiudersi drammaticamente nel luglio del 2008, quando venne coinvolto nell’inchiesta giudiziaria sulla sanità abruzzese.

Il socialista Ottaviano Del Turco dovette subire l’onta delle manette all’alba dalla Guardia di Finanza, e anche se successivamente ci furono le assoluzioni fu catapultato nell’oblio, finendo per subire l’abbandono persino durante il suo lungo periodo di malattie.Anche dopo la sua scomparsa non ha ricevuto i riconoscimenti politici che meritava, essendo ricordato solo dal segretario della Cgil, Maurizio Landini e da pochi esponenti di partito.

Eppure Del Turco è stato il segretario aggiunto di Luciano Lama,  parlamentare italiano ed europeo, uomo di governo, presidente della Commissione parlamentare Antimafia, governatore dell’Abruzzo e persino un estroverso pittore.Fondamentalmente però Ottaviano Del Turco è stato un socialista, l’ultimo segretario del partito nato a Genova il 24 agosto 1892, dopo che il suo predecessore Bettino Craxi, scelse di difendersi con una latitanza, che finì per diventare un vero e proprio esilio politico.

Ottaviano Del Turco è stato segretario del partito negli anni in cui i socialisti venivano esposti al pubblico ludibrio, in piena tangentopoli.Eppure non era mai stato un socialista craxiano, anzi lo aveva pure duramente contrastato, ma soffriva enormemente per gli effetti della cosiddetta falsa rivoluzione di Mani pulite.

Addirittura scelse di continuare a fare politica nel Pd di D’Alema e Veltroni, quando Silvio Berlusconi era tornato al governo e proprio nella sua amata terra d’Abruzzo, dove era stato chiamato a dirigere la Regione, fu costretto a terminare la sua grande storia politica in manette.Del Turco fu colpito dalla legge del contrappasso perché accadde già nel 1992, negli stessi luoghi, una retata, che travolse un’altra intera Giunta regionale, seppure di altro colore politico.

Il punto di partenza dell’inchiesta del 1992 fu la denuncia di un consigliere regionale di opposizione, evidentemente per forti interessi personali e il risultato politico: fu lo scioglimento della Giunta.Ma negli anni successivi arrivò l’assoluzione per tutti i protagonisti della vicenda giudiziaria, tranne un residuo di falso per il presidente della giunta, proprio la stessa cosa, che è capitata tre lustri dopo a Ottaviano Del Turco.

Il figlio di Bettino Craxi, Bobo, presente ai suoi funerali, assieme a tanti altri socialisti, ricorda come Del Turco amasse la compagnia e l’arte, e il fatto che nella sua Collelongo negli ultimi anni si fosse adoperato per aprire più che una sede del Pd, un vero e proprio Museo artistico.La sua sensibilità e lungimiranza lo portavano a prediligere, oltre alle care memorie socialiste, tra le quali spicca una lettera originale di Filippo Turati davvero molto bella, anche la pittura e l’arte di Ventrone più che la politica di Veltroni, che come tanti esponenti del Partito democratico lo avevano abbandonato politicamente ed umanamente.

Ottaviano Del Turco non meritava di essere esposto nella parte finale della sua vita al pubblico ludibrio, il cui significato deve essere ricondotto alle pratiche dei secoli scorsi, che venivano messe in atto dalle autorità civili, allo scopo di punire colui che si era macchiato di qualche colpa con la finalità ulteriore di “educare” il resto della popolazione.Quindi il presunto reo veniva esposto alla pubblica derisione, un fatto disdicevole, che ai nostri tempi è diventata una vera e propria gogna mediatica.

 

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