Pace (Fiscale) tra Facebook e Agenzia delle Entrate


Pace (fiscale) fatta tra Facebook e fisco italiano che dopo lunghe e tortuose controversie si sono infine messe d’accordo.

Facebook Italy S.r.l.ha firmato un accertamento con adesione per chiudere la controversia relativa alle indagini fiscali condotte della Guardia di Finanza, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Milano, relative al periodo tra il 2010 e il 2016. Le indagini erano scaturite da accertamenti legati alla vendita di pubblicità.

Secondo un meccanismo collaudato, infatti, i profitti erano spostati sulla filiale irlandese in modo da pagare meno imposte.

Come spiega una nota della Agenzia delle Entrate del  22 novembre “il percorso di definizione tra Agenzia delle Entrate e Facebook si è basato su una parziale riconfigurazione delle contestazioni iniziali, senza alcuna riduzione degli importi contestati, e darà luogo ad un pagamento di oltre 100 milioni di euro complessivamente riferibili a Facebook Italy S.r.l..

Facebook si aggiunge agli altri colossi del web che negli ultimi anni hanno dovuto siglare degli accordi con il Fisco italiano. Lo scorso dicembre Amazon ha chiuso un accordo analogo e, sempre nello stesso anno, Google arrivò a un accordo molto sostanzioso di 306 milioni di euro relativo al periodo 2012-2015. La prima in ordine di tempo a chiudere contenziosi di questo genere era stata Apple, che nel 2015 versò 318 milioni di euro nelle casse dello Stato.

http://gty.im/1046002142

Considerando anche questo accordo, l’incasso complessivo risulta essere di 824 milioni di euro. Un vero successo per il fisco italiano che nell’ultimo periodo ha collezionato una serie di vittorie contro i colossi del web. Quest’ultima iniziativa può essere fatta rientrare in quelle più generali dell’Agenzia delle Entrate volte a verificare le eventuali inadempienze da parte delle grandi aziende statunitensi nel pagamento delle imposte in Italia.

E’ da qualche anno che l’Italia si è fatta paladina di una battaglia nei confronti delle multinazionali che attraverso l’escamotage dio porre le proprie sedi fiscali in Lussemburgo o in Irlanda, dove le imposte sono molto inferiori alla media europea,  riescono a pagare tasse irrisorie.

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