Il governo Draghi finalmente ha stabilito la data per le prossime elezioni amministrative e suppletive, rendendo ancora più calda l’estate per le forze politiche, impegnate a definire liste, coalizioni e candidati sindaci nei comuni chiamati al voto entro la scadenza prevista per i comizi elettorali convocati per il 3 e il 4 ottobre.
Derby e coalizioni: E l’Italia che va…
A Roma c’è un derby nel centro sinistra tra la grillina Virginia Raggi e l’ex ministro dell’economia Roberto Gualtieri, mentre il centro destra ha scelto Enrico Michetti, professore di diritto che ha messo d’accordo Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, ma c’è pure in campo da tempo con la sua candidatura, Carlo Calenda, il leader di Azione.
A Napoli il sindaco De Magistris ha lanciato la sua giovane assessore Clemente, ma nei sondaggi sono avanti l’esperto Bassolino, il magistrato Catello Maresca sostenuto da una coalizione civica di centrodestra e l’ex ministro del governo Conte II Gaetano Manfredi, sostenuto sia dalle forze politiche di maggioranza della Regione di De Luca, che dai cinque stelle.
A Milano la situazione è più frastagliata e forse per questo più interessante, anche in ottica delle future elezioni politiche, perché oltre al Sindaco uscente di centro sinistra Beppe Sala e il pediatra Luca Bernardo sostenuto dal centro destra e ripresosi da un recente malore, saranno presenti con candidati autonomi tante forze politiche dai 5 stelle a Italexit con in campo il leader Gianluigi Paragone, eletto al Senato proprio con i grillini. Il partito socialista sarà in campo con Giorgio Goggi, che potrà dunque misurare la forza in vista dei futuri appuntamenti, un fatto politico rilevante, che non è riuscito in altri comuni, nei quali i socialisti hanno preferito stare in coalizione.
Palamara scende in campo
Ma il fatto più curioso è la discesa in campo di Luca Palamara, ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, recentemente radiato dalla magistratura con una sentenza della Cassazione e autore di un libro con il giornalista Sallustri, che ha scosso l’opinione pubblica.
Palamara ha scritto un manifesto politico per dare più forza alla battaglia per cambiare il sistema della magistratura, condizionata dai fatti e dai giochi di potere svelati nel libro. Palamara ha creato una sua lista e un suo simbolo, per correre nel collegio di Roma Primavalle alle suppletive della Camera, rimasto scoperto per la nomina della deputata grillina Emanuela Del Re come rappresentante dell’Unione Europea per l’immigrazione nell’area del Sahara. Palamara ha scelto come simbolo per la sua lista la dea della Giustizia che regge la bilancia, insomma un messaggio visivo chiaro per chiedere un cambiamento nella magistratura, colpita dagli scandali denunciati dal suo libro e ha deciso di firmare i quesiti referendari promossi dal partito radicale e sostenuti dalla Lega di Salvini, tranne quello sulla responsabilità civile diretta dei magistrati.
Parallelamente al suo impegno politico continuerà la sua battaglia giudiziaria, impugnando davanti alla Corte europea la sentenza, a suo dire profondamente ingiusta con cui è stato espulso dalla magistratura, peraltro arrivata la sera stessa in cui la Sezione disciplinare del Csm sconfessava clamorosamente l’attività del pg della Cassazione e del procuratore di Milano. Inoltre deve difendersi nel processo per corruzione, in cui è pienamente coinvolto a Perugia, ma sembra che questi guai giudiziari non lo faranno desistere dal continuare a raccontare come ha funzionato per tanti anni il meccanismo perverso delle autopromozioni nella magistratura.
Palamara dunque scende in campo come soggetto autonomo da tutti gli schieramenti politici, dichiarando di non avere preclusioni né per la destra, né per la sinistra e nemmeno per i cinque stelle, ma avendo come priorità assoluta l’interesse per la città di Roma in cui è cresciuto. Quindi oltre ai temi del cambiamento della magistratura e delle regole del suo organo di autogoverno, il Csm appunto, Palamara ha assicurato di avere a cuore le problematiche della capitale e in particolare dei suoi territori periferici, convinto di ottenere la risposta entusiastica dei cittadini elettori il 3 e 4 ottobre prossimi.
Dall’attività giudiziaria a quella politica, stessa strada per tanti
Se sarà così si potrà parlare a tutti gli effetti della nascita di un nuovo partito creato da magistrati ed ex magistrati, dopo quelli di Di Pietro, Ingroia e De Magistris, pronto dopo oltre dieci anni di governo della città di Napoli a candidarsi alla guida della regione Calabria, proprio dove aveva praticato la sua attività di pubblico ministero.
Anche Catello Maresca sta facendo politica nella città, che lo ha visto protagonista fino a pochi mesi fa di numerose inchieste per la sua attività di pm, un’anomalia che è diventata ormai prassi, come dimostra anche la carriera politica di Luigi Bobbio, tornato da anni all’attività giudiziaria dopo essere stato per anni responsabile giuridico dell’attuale leader di Fratelli d’Italia, senatore della Repubblica e sindaco di Castellammare di Stabia.