Strutturata allo stesso modo di quota 100 ma con un tetto alla misura dell’assegno che non potrà eccedere cinque volte il trattamento minimo Inps. Ecco come funzionerà il nuovo sistema pensionistico.
Pensione Quota 103: di cosa si tratta?
Il nuovo sistema pensionistico prende forma con la prima stesura della Legge di Bilancio. Si chiamerà pensione anticipata flessibile e consentirà per il solo 2023 di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età. Il nuovo trattamento rappresenta una sorta di evoluzione della quota 100 con una differenza sostanziale, ci sarà infatti un tetto all’importo lordo conseguibile pari a 2.820€ mensili, cioè circa 2.100€ netti.
Nello specifico il nuovo sistema pensionistico in vigore da gennaio 2023 anticiperà la pensione di 5 anni. Prevista inoltre anche la decontribuzione totale al 33% per chi sceglie di restare a lavoro.
Quota 103: come funziona?
Come anticipato, quota 103 consente al lavoratore di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni d’età. L’uscita anticipata è possibile solo per chi raggiungerà i requisiti richiesti entro il 31 dicembre 2023. Per chi decide di andare in pensione con questa via, non ci sarà alcuna penalizzazione circa il criterio di calcolo dell’assegno, ma solo un tetto massimo per il trattamento riconosciuto.
Tuttavia, chi decide di usufruire di quota 103 fino a maturazione dei requisiti dell’età per la pensione di vecchiaia non potrà ricevere un assegno superiore a 5 volte quello minimo, ossia sopra i 2.850 euro lordi. Quindi, tra i 62 e i 67 anni (ovvero l’età necessaria per la pensione di vecchiaia) chi sceglie quota 103 dovrà rinunciare a un trattamento superiore a 5 volte l’assegno minimo. Successivamente dai 67 anni in poi riceverà l’assegno che gli spetta secondo la sua specifica situazione contributiva. Di conseguenza considerando che le pensioni minime nel 2023 aumenteranno da 525 euro a circa 575 euro, chi va in pensione prima dei 67 anni di età non potrà ricevere un assegno pensionistico superiore a 2.850 euro.
Si ricorda inoltre che non potranno essere finalizzati all’acquisizione della pensione mediante quota 103 i cd. scivoli di accompagnamento alla pensione. Una sola eccezione è stabilita per gli assegni straordinari di solidarietà in presenza di accordi collettivi di livello aziendale o territoriale, sottoscritti con le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale, nei quali deve essere stabilito, ai fini del ricambio generazionale, il numero di lavoratori da assumere in sostituzione di coloro che accedono alla prestazione.
Quali sono le risorse stanziate?
Per porre in essere la misura, il Governo ha fissato una spesa iniziale di 510 milioni di euro per il primo anno (2023), 1.528 milioni di euro per il secondo (2024) e 498 milioni di euro per il terzo (2025), da confermare in fase emendativa in Parlamento del testo della Manovra.
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