Pomigliano d’Arco (NA) – Mimmo Mignano, uno degli operai della Fiat che nel 2014 furono licenziati per aver inscenato davanti ai cancelli dello stabilimento di Pomigliano d’Arco (NA) il funerale dell’amministratore delegato Sergio Marchionne , si è incatenato davanti alla casa della famiglia del vicepremier Luigi Di Maio e si è cosparso il capo di benzina.
Mimmo Mignano, con una sentenza della Corte d’Appello di Napoli, aveva ottenuto il reintegro del posto di lavoro, ma la Cassazione ha stabilito che il licenziamento dei cinque operai, Mimmo Mignano, Marco Cusano, Antonio Montella, Massimo Napolitano e Roberto Fabbricatore, è legittimo perché ‘la macabra rappresentazione scenica ha travalicato i limiti della dialettica sindacale’”.
Mimmo Mignano, ha perciò voluto condurre una forma di protesta estrema incatenandosi e cospargendosi di benzina
Fermato in tempo dalle forze dell’ordine, Mignano è stato condotto presso l’Ospedale di Nola dove il vicepremier Di Maio si è recato a fargli visita.
Le parole del vicepremier Luigi Di Maio
“Da ministro ho detto a Mimmo che è una sentenza che va rispettata, ma per noi non deve essere un alibi”.
“Sono stato qui prima di tutto per dare un supporto umano ad una persona della mia città che stava per compiere un atto rischioso”.
“Sono ministro da poche ore, ma ho già raccolto tante voci disperate. A Mimmo e a chi è nella condizione di Mimmo dico prima di tutto di non lasciarsi andare e di darci il tempo di affrontare i problemi. Qui al Sud quello che bisogna evitare è che le fabbriche vadano via”.
“Proprio stamattina la situazione Fca è stata alla mia attenzione. Occorre evitare assolutamente la desertificazione. Mimmo ha confessato di non avermi votato ma io sono e sarò il ministro di tutti”.
(Fonte foto: Pagina Facebook del Ministro Di Maio)