In Piemonte si vota anche per le regionali


Nella Regione Piemonte l’8 e 9 giugno, in concomitanza con le Europee, si voterà anche per il rinnovo del consiglio regionale e in 801 Comuni piemontesi ci saranno pure le Amministrative. In questi comuni saranno consegnate tre schede per tre tipi diversi di appuntamenti elettorali, con un rischio di finire in un guazzabuglio.

Per l’elezione regionale ci sono il presidente della giunta uscente, Cirio del centrodestra, Pentenero per il centrosinistra, Disabato esponente del movimento 5 stelle, Frediani di Piemonte popolare e Costanzo di Libertà.

Anche in Piemonte il tema principale dei programmi delle candidate e dei candidati alla presidenza della Regione Piemonte riguarda la questione della Sanità, e con minore rilevanza si affacciano altri argomenti in campagna elettorale.

Tredici liste in Piemonte

Le liste complessive sono tredici, più o meno il numero di quelle presenti per le elezioni europee. Il centrodestra punta sul presidente uscente Alberto Cirio, nato a Torino il 6 dicembre 1972 e dal 6 giugno 2019 è presidente della Regione Piemonte, mentre dal 24 febbraio è stato eletto dal congresso vicesegretario nazionale di Forza Italia.

Cirio è un imprenditore nel campo delle nocciole, è stato in passato consigliere e vicesindaco di Alba, consigliere provinciale di Cuneo, assessore regionale, parlamentare europeo, attualmente è pure consigliere comunale di Cravanzana, in Alta Langa. È sostenuto dalla coalizione della maggioranza di governo, composta dal suo partito, Forza Italia, poi Fratelli d’Italia, Lega, Noi moderati e una lista civica di riferimento.

La candidata presidente del centrosinistra è Gianna Pentenero, che compirà 60 anni proprio l’8 giugno, di professione educatrice, ed è stata per tre volte sindaca di Casalborgone, due volte assessora regionale, all’istruzione e alla formazione con le giunte Bresso e Chiamparino e fino alla scorsa settimana assessora a Torino alle politiche per la sicurezza e al lavoro. La sostengono Partito democratico, Alleanza verdi sinistra, Stati Uniti d’Europa e due liste civiche.

Il Movimento 5 stelle di Grillo e Conte corre da solo e presenta come candidata presidente la coordinatrice regionale Sarah Disabato, 35 anni, consigliera regionale e capogruppo uscente, con una laurea in scienze biologiche e già consigliera comunale pentastellata a Collegno.

La cinquantenne Francesca Frediani, è invece una storica attivista No Tav, consigliera regionale da due mandati, prima con il movimento 5 stelle e poi con Unione popolare, ed è stata designata come candidata presidente da Piemonte popolare, una lista che si oppone a tutto il sistema operante in regione da tantissimi anni.

L’ultimo candidato alle regionali è Alberto Costanzo, 62 anni, di professione avvocato, che è stato presente alle ultime elezioni politiche con Italexit, il partito fondato dal giornalista Gianluigi Paragone e in passato si è candidato a sindaco nella città di Casale Monferrato, una prima volta con la lista Casale tricolore, e la seconda con Casapound e una civica di destra.

Costanzo è il candidato presidente di Libertà, la nuova formazione politica fondata da Cateno De Luca, presente pure alle elezioni europee, seppure in alleanza con altri. Per le Regionali non è previsto il turno di ballottaggio e quindi diventerà presidente il candidato che otterrà la maggioranza dei voti. Prima della presentazione delle liste ha ritirato la sua candidatura Raffaele Gallo, figlio di Salvatore Gallo capogruppo del Partito democratico nel consiglio regionale piemontese.

Alcuni organi di informazione hanno pubblicato stralci delle intercettazioni dell’inchiesta Echidna, che ha svelato gli interessi della ‘ndrangheta sull’autostrada Torino-Bardonecchia in cui Salvatore Gallo, storico esponente locale del Pd ed ex manager di Sitaf, è risultato indagato per estorsione, peculato e violazione della normativa elettorale.

Raffaele nelle intercettazioni esulta al telefono con il padre per la nomina di una donna al consiglio di amministrazione della fondazione Film Commission di Torino. Si tratterebbe, secondo La Repubblica, della nuora di un noto industriale del capoluogo di Regione. I quotidiani raccontano anche di elargizione di pass gratuiti per l’autostrada, da dispensare agli accoliti sempre da parte da Salvatore Gallo, che è stato deferito dal partito democratico, su richiesta del segretario regionale, Rossi, alla commissione interna di garanzia.

Il figlio Raffaele Gallo ha diffuso nei giorni scorsi una nota per chiarire la sua posizione, in cui dichiara testualmente : “In merito all’indagine Echidna della  Dda di Torino sottolineo con forza la mia totale estraneità a comportamenti e fatti anche solo lontanamente assimilabili a vicinanza all’Ndrangheta e in merito al secondo filone  di indagine non legato a rapporti con l’Ndrangheta che coinvolge su alcuni fatti mio padre Salvatore Gallo, sono fiducioso che lui potrà chiarire tutti gli aspetti contestati dagli inquirenti in tempi  rapidi”.

La nota di Gallo prosegue con queste parole circa la questione delle elezioni regionali: “Riguardo al dibattito sulla mia candidatura e sulla mia figura, ribadisco di aver sempre cercato di svolgere la mia attività al meglio e per il bene del Piemonte, lavorando sui temi con proposte e idee, studiando e approfondendo con la massima onestà e trasparenza, ma a tutela dei miei figli e di mia moglie e con senso di responsabilità e rispetto verso il Partito democratico, ritiro la mia candidatura a presidente e a consigliere regionale per le elezioni di giugno.”

Prima di essere un uomo pubblico con responsabilità politica sono un padre e un marito. Inoltre mi dimetto da Presidente del Gruppo consiliare a Palazzo Lascaris, lasciando il mandato nelle mani del segretario regionale del partito Mimmo Rossi”. Gallo conclude la nota, rivolgendo alla candidata presidente Gianna Pentenero e alle candidate e ai candidati  che correranno nella lista del PD l’8 e il 9 giugno il suo personale augurio di successi.

Per tutte queste polemiche e divisioni nel centro sinistra dopo le vittorie in Umbria e Basilicata si profila dunque un consolidamento del centrodestra nella Regione Piemonte, che potrebbe essere pure più solido del previsto. La vera partita comunque si gioca alle elezioni europee, nelle quali ogni forza politica potrà dimostrare quanto vale e non solo per conquistare posizioni e seggi nel Parlamento europeo, ma anche per verificare la salute del governo Meloni a poco meno di due anni dal suo insediamento.

 

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