Divorzio tra Renzi e Calenda. A chi chiede chi abbia vinto e chi abbia perso tra lui e Renzi, Calenda risponde testualmente : “Questo argomento non mi interessa proprio”.
Dopo il matrimonio delle ultime politiche arriva la separazione consensuale del terzo polo di Renzi e Calenda, che evidentemente stavano insieme solo per superare il quorum del 4%. Il presidente del Senato Ignazio La Russa, con il sostegno unanime della Giunta del regolamento di palazzo Madama, è riuscito a organizzare il distacco, con la soddisfazione in apparenza sia di Iv che di Azione. I senatori Calenda, Gelmini, Lombardo e Versace passano al gruppo Misto senza perdere le risorse, come previsto dal nuovo regolamento, e possono formare la componente di Azione. Invece i 7 di Italia viva, Renzi, Paita, Borghi, Scalfarotto, Fregolent, Musolino e Sbrollini, restano nel gruppo Terzo polo per poi riformulare un altro nome.
Divorzio Renzi e Calenda
Il certificato di divorzio vero e proprio è stato emesso quindi dal consiglio di presidenza del Senato. “Habemus Papam” sono le prime parole del presidente La Russa che, una volta trovato l’accordo nella Giunta per il regolamento ha fatto pressione sui calendiani affinché accettassero di passare nel gruppo Misto.
Il leader Carlo Calenda si dichiara soddisfatto, ma a chi chiede chi abbia vinto e chi abbia perso tra lui e Renzi risponde testualmente : “Questo argomento non mi interessa proprio”.
Il gruppo di Azione giudica l’accordo «pienamente soddisfacente» e spera che anche alla Camera la vicenda possa chiudersi nei tempi più brevi possibili. Ma a Montecitorio, è in corso ancora un approfondimento sulla vicenda e i numeri sono inversi a quelli di Palazzo Madama, perché 12 sono i deputati di Azione e 9 quelli di Italia viva ed entrambi i partitii potrebbero ottenere una deroga per costituire due gruppi autonomi, senza confondersi nel Misto, presieduto ancora da un esponente del partito delle minoranze linguistiche. Matteo Renzi, che da alcuni mesi dirige il giornale “Il Riformista”, ha analizzato con una nota l’avvenuta scissione, annunciando il nome del gruppo che per il momento è definito in Italia Viva Il Centro Renew, e augurando infine buon lavoro ai colleghi senatori del Misto.
Conseguenze divorzio Renzi e Calenda
Una delle conseguenze della scissione è il riposizionamento delle cariche istituzionali, con il passaggio della presidenza in commissione Affari costituzionali dalla calendiana Maria Stella Gelmini alla renziana Dafne Musolino e pure la calendiana Giusy Versace, attualmente segretario della presidenza del Senato dovrebbe passare la mano a beneficio di un esponente del gruppo Italia viva. La seconda carica dello stato, Ignazio La Russa, assicura che tutte le condizioni che di solito accompagnano questi passaggi, saranno esaminate dai senatori del Consiglio di presidenza.
Sembra così volgere al termine la puntata finale dell’estenuante telenovela del “Terzo polo” con i gruppi parlamentari, che erano rimasti gli ultimi superstiti della federazione tra i due partiti, che si erano presentati insieme alle Politiche del settembre 2022, per poi dividersi dopo pochi mesi, con la rottura dello scorso aprile del patto tra i leader Calenda e Renzi.
Italia viva è arrivata alla scissione in modo deciso e convinto, conducendo pure una campagna acquisti importante, che consente appunto al partito di Renzi di formare un gruppo autonomo al Senato. La senatrice Dafne Musolino ha deciso infatti di aderire a Italia viva, dal partito Sud chiama Nord, portando così il numero dei renziani a palazzo Madama a sette, uno in più dei sei necessari per formare un gruppo. A questo punto per i quattro senatori calendiani, l’unica strada rimasta è stata quella di passare al gruppo Misto, presieduto attualmente dal senatore napoletano Peppe De Cristofaro esponente di Alleanza Verdi e Sinistra.
La crisi nel terzo polo è stata già sfiorata in estate e poi è esplosa con una lettera firmata da tutti i senatori di Italia viva e indirizzata al capogruppo Borghi, arrivato dal PD per rafforzare Renzi, chiedendogli praticamente di mettere fine all’esperienza parlamentare del vecchio “Terzo polo”.
Il motivo di questa scissione è stato individuato in una frase banale, pronunciata da Calenda alla festa del Foglio, con queste testuali parole : “Azione non andrà alle Europee insieme a Italia viva“, formalizzando ciò che era già noto a tutti gli addetti ai lavori. Matteo Renzi invece è già impegnato ad organizzare le elezioni Europee, avendo messo a punto il brand “il Centro“, un’operazione per arrivare a un listone unico con tutti gli altri partiti moderati, a cominciare da quelli del suo amico Clemente Mastella e del nuovo leader siciliano Cateno De Luca, per essere sicuro di entrare nel Parlamento europeo, superando la fatidica soglia del 4 per cento.