Il segretario Maurizio Landini apre il congresso nazionale della CGIL a Rimini, il cui slogan recita “Il lavoro crea il futuro” e invita il governo a ritirare il disegno di legge delega sul Fisco, aspettando la risposta direttamente da Giorgia Meloni, l’ospite più atteso, ma anche molto contestato da una minoranza di 24 delegati sui mille previsti dallo statuto.
Secondo Landini il fatto, che la premier Giorgia Meloni abbia accettato di partecipare al congresso della Cgil, va considerato positivamente soprattutto come segno di rispetto e riconoscimento del ruolo di una organizzazione, che rappresenta milioni di persone. Allo stesso tempo il segretario si augura che si determini quello che finora non si è realizzato, ossia che le riforme annunciate siano oggetto di confronto e negoziazione con le organizzazioni sindacali.
La presidente Meloni è stata invitata al congresso della Cgil come tutti gli altri precedenti presidenti del Consiglio in carica, perché la CGIL non ha mai avuto pregiudiziali verso alcun governo, essendo abituata a misurarsi realisticamente con gli esecutivi che ci sono e non con quelli che magari si vorrebbero avere.
I precedenti presidenti del Consiglio intervenuti al congresso della Cgil sono Giovanni Spadolini nel 1981, Bettino Craxi nel 1986, Romano Prodi nel 1996, mentre nel 2010 l’allora capo del governo Silvio Berlusconi si fece rappresentare dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta. Successivamente purtroppo Matteo Renzi e Giuseppe Conte decisero di non accogliere l’invito disertando, rispettivamente, il congresso del 2014 e del 2019.
Secondo Landini, sul Fisco, il governo mostra ancora una direzione della riforma troppo lontana dalla proposta della CGIL, ma anche della UIL e della CISL, che attraverso gli interventi di Pier Paolo Bombardieri e Luigi Sbarra dopo la lunga relazione di Landini, hanno mostrato la volontà di scendere in piazza tutti insieme, con l’intento di chiedere il ritiro della legge delega dell’esecutivo attuale.
La riforma fiscale del governo guidato da Giorgia Meloni è lontana dalla proposta avanzata già da un quadriennio da Cgil, Cisl, Uil. Landini lamenta l’assenza di un confronto con il governo anche sul tema cruciale delle pensioni e nella sua relazione ha affrontato diversi temi oltre a quello del lavoro richiamato nello slogan.
Landini ha parlato di diritti, dell’ordine mondiale, di un nuovo modello di sviluppo che metta finalmente la persona, la pace e la sostenibilità ambientale al centro della proposta, richiamando esplicitamente gli insegnamenti del Papa attuale, che diventa a questo punto un riferimento fondamentale della CGIL. Il segretario generale ha proposto inoltre, di introdurre per legge il salario minimo e la riduzione dell’orario con l’introduzione di una settimana lavorativa di 4 giorni, raccogliendo l’adesione anche di Sbarra e Bombardieri.
Landini vuole ricandidarsi alla guida nazionale della CGIL per un altro quadriennio con l’obiettivo di cambiare il suo sindacato e di ricercare l’unita’ con le altre sigle CISL e UIL. Il suo programma prevede l’allargamento della rappresentanza in generale e in particolare di quella dei giovani, che attualmente sono solo il 18% della platea degli iscritti, un dato troppo basso, che va assolutamente ampliato.
Landini ribadisce di non avere pregiudizi sulla Meloni, ma ricorda come l’antifascismo sia un valore fondante della CGIL e che non può essere dimenticato l’assalto alla sede del 9 ottobre 2021 da parte di militanti dell’estrema destra. Il segretario generale valuta in modo positivo l’elezione di Elly Schlein alla guida del PD, ma intende dialogare anche con Calenda, Conte e Fratoianni, tutti leader di forze politiche e tutti intervenuti al congresso per confrontarsi con lui e la stessa Schlein.
La questione italiana più importante per Landini, oltre al lavoro, è l’allarme democratico, perché da troppo tempo ormai non si recano più alle urne tantissimi cittadini elettori. Per questo motivo assume grande rilevanza per Landini sia l’obiettivo dell’unità sindacale, che quello della concertazione più costante tra le forze politiche e lo stesso sindacato, per rigenerare il sistema democratico e favorire la più ampia partecipazione possibile nella vita politica e sociale del nostro paese.
La fascia bianca che Landini porta al braccio per tutta la durata del congresso rappresenta infine il segno di lutto per la strage dei migranti di Cutro e la centralità che la CGIL assegna alla questione dell’immigrazione e in particolare del salvataggio delle vite umane.