In Italia abbiamo un brutto vizio, qualunque cosa abbia a che fare con il tifo o con il calcio deve essere minimizzato: i cori “Forza Superga” sono stati definiti uno sfottò, la morte di Raciti un altro poco è stata definita come un incidente, senza contare i terribili avvenimenti della finale di Coppa Italia del 2014 quando Ciro Esposito venne ucciso da un sedicente tifoso della roma, Daniele de Santis, sparò ad altezza uomo.
Quest’anno, sempre con la scusa del tifo, alcuni esseri che si sono definiti laziali impiccarono tre manichini con le maglie di Naingolan, Dzeko e De Rossi. E, di nuovo, la cosa passò come uno sfottò e la faccenda fu minimizzata dai giornalisti. Oggi, dopo i gravi insulti e cori razzisti contro Napoli da parte di “tifosi” della Sampdoria che, dopo aver costretto l’arbitro Gavilucci a sospendere la partita per alcuni minuti, hanno anche apostrofato il presidente sampdoriano Ferrero con insulti e gestacci, ben ripresi in faccia dalle telecamere, alcuni “tifosi” juventini hanno ben pensato di imitare i laziali, impiccando tre manichini con la maglia del Napoli e la maschera di Pulcinella.
Questo non è tifo, è stupidità, beceri allo stato puro. Ma con tutta la permissività che c’è ai giorni nostri la cosa, purtroppo non stupisce. Perché il problema non è che succede ma che viene considerato normale ed è questo il problema. Russeau nella sua opera “Il contratto sociale” scrisse “La proprietà privata non nasce quando un contadino recinta un pezzo di terra e dice è mio, ma quando altre persone glielo lasciano fare”, ed è questo il vero motivo di tanta idiozia.
Non c’è punizione, anzi i giornalisti, come ho già scritto, minimizzano perché è uno sfotto, perché è tifo, perché è normale. Ma quando i tifosi della Juventus possono augurare la morte al figlio di Bonucci senza che la lega o la dirigenza bianconera prenda posizione contro di loro, quando, dopo la denigrazione di Anna Frank, il presidente della Lazio Lotito se ne esce con la frase “Famò sta buffonata” perché questi esseri, che valgono meno degli animali, dovrebbero temere qualche ripercussione.
Perché cantare “Chi non salta napoletano è…” è una presa in giro, “Noi sette, voi bel gioco” è uno sfottò e sono anche giusti, ma questo è solo, non so neanche come definirlo. Spero sempre che qualcuno nella FIGC capisca che ci sono cose più importanti di soldi e diritti TV, e che i giornalisti capiscano che non si può usare la parola tifo per giustificare sempre e comunque tutto quello che avviene dentro ad uno stadio o comunque legato ad una squadra di calcio.
E sono immagini come questa a farmi tornare alla mente una frase di Mark Twain “L’unica cosa che non va nella razza umana è la fottuta razza umana”