Secondo nulla di fatto consecutivo per l’elezione del nuovo Capo dello Stato: i partiti hanno nuovamente scelto la strada della scheda bianca, in assenza di un nome condiviso e di un profilo gradito all’intero Emiciclo.
La prima giornata si era conclusa con la superiorità schiacciante delle schede bianche, con qualche eccezione “di rito”, come le preferenze espresse per personaggi politici come Umberto Bossi, Sergio Mattarella, il Presidente Emerito Napolitano, ma anche, come accaduto altre volte, per personaggi dello spettacolo e della cultura popolare, come Alberto Angela, Claudio Lotito, Alfonso Signorini, Amadeus e Dino Zoff.
Se poco s’è mosso dal punto di vista dell’iter elettivo, molto s’è bisbigliato nei corridoi del potere per provare a sciogliere questo nodo gordiano, con un nuovo susseguirsi di nomi e di ipotesi.
Partendo dal nome di Mario Draghi, va segnalato un apparente raffreddamento degli entusiasmi da parte del mondo politico nei confronti dell’ipotesi del trasloco dell’attuale Presidente del Consiglio al Palazzo del Quirinale. Nonostante nella giornata di ieri fossero emerse voci secondo cui una trattativa con il centro destra fosse ben avviata, con analisti che addirittura riportavano di una richiesta del Viminale da parte di Matteo Salvini come condizione necessaria all’elezione del “Drago“, durante la giornata odierna si sono invece susseguite dichiarazioni praticamente identiche a quelle degli scorsi giorni, con l’intero centrodestra che auspica che il Presidente del Consiglio rimanga a Palazzo Chigi, seguito a ruota dai Cinque Stelle. Si registra invece l’appello del Segretario del Pd Letta, secondo cui vi sarebbe il rischio di “perdere Draghi, sia dal Quirinale che da Palazzo Chigi”, con l’auspicio che l’Italia riesca a tutelare quella che ha definito come la sua personalità più prestigiosa.
La vera novità della giornata consiste nella presentazione della “rosa” dei candidati del centro – destra, annunciati nel corso di una conferenza stampa congiunta tenuta da Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani.
Si tratta di Letizia Moratti, attuale vice-presidente ed assessore al welfare per la Regione Lombardia, nonchè ex Sindaco di Milano e Ministro dell’Istruzione, Carlo Nordio, ex magistrato, e Marcello Pera, ex Presidente del Senato dal 2001 al 2006.
Questo trittico di personalità è stato accolto con fare possibilista dalle altre forze politiche, con Giuseppe Conte ed Enrico Letta che hanno dichiarato di non voler mettere alcun veto al momento e di star approfondendo le tre ipotesi, chiarendo però come non spetti solo al centrodestra il compito di proporre una possibile soluzione.
Vedremo cosa accadrà in occasione della terza votazione.